La Direttiva Europea RED II include diverse norme, tra cui il supporto finanziario alla produzione e all’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’uso delle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) è essenziale per creare un mercato energetico equo e sostenibile, apportando benefici ambientali, sociali, sanitari ed economici.

Le comunità energetiche, in questo contesto, incentivano la produzione di energia rinnovabile e offrono opportunità di risparmio per i consumatori che vi partecipano. In Italia, la regolamentazione delle comunità energetiche rinnovabili è contenuta nell’articolo 42-bis del Decreto Milleproroghe 162/2019, nei relativi provvedimenti attuativi e nel D.Lgs. 199/2021, che attua la Direttiva Europea RED II per promuovere l’uso di energia da fonti rinnovabili.

Cos'è una comunità energetica rinnovabile

Una comunità energetica rinnovabile (CER) è un’entità giuridica i cui membri possono essere:

  • Cittadini,
  • PMI (per le quali la partecipazione non è l’attività principale),
  • Enti territoriali e locali,
  • Associazioni di diritto privato,
  • Enti di ricerca e formazione,
  • Enti religiosi,
  • Enti del terzo settore e di protezione ambientale

che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti a fonte rinnovabile, con l’obiettivo di fornire benefici ambientali, economici o sociali alla comunità. I membri delle comunità mantengono i loro diritti di clienti finali, inclusa la libertà di scegliere il proprio fornitore di energia elettrica, e possono uscire dalla comunità quando desiderano. Sebbene la legge non specifichi la tecnologia rinnovabile da usare, il fotovoltaico è particolarmente adatto a sfruttare i vantaggi previsti. La CER è autonoma e il suo obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici o sociali alla comunità. Il ruolo di Referente può essere svolto dalla comunità stessa o da un produttore, cliente finale o produttore terzo (come una ESCO certificata UNI 11352). Il Referente riceve un mandato annuale tacitamente rinnovabile e revocabile. Nella CER l’energia rinnovabile viene condivisa tra produttori e consumatori connessi alla stessa cabina primaria tramite la rete nazionale di distribuzione di energia elettrica.

Le configurazioni di CER devono includere almeno due membri, con almeno due punti di connessione distinti. Lo statuto della CER deve prevedere che l’obiettivo principale sia fornire benefici alla comunità, mantenere una partecipazione aperta e volontaria, permettere ai membri di uscire in qualsiasi momento e nominare un soggetto responsabile per la ripartizione dell’energia condivisa. La CER può gestire una o più configurazioni di autoconsumo. Tutti i punti di prelievo e immissione devono essere localizzati nell’area della stessa cabina primaria. Gli impianti possono essere messi a disposizione anche da un produttore terzo e devono essere sotto il controllo della CER.

Chi può essere socio o membro di una Cer

Possono essere membri o soci di una CER:

  • Persone fisiche,
  • PMI per cui la partecipazione non costituisce l’attività principale,
  • Associazioni di diritto privato,
  • Enti territoriali (regioni, province, comuni),
  • Amministrazioni locali presenti nell’elenco ISTAT,
  • Enti di ricerca e formazione,
  • Enti del terzo settore e di protezione ambientale,
  • Enti religiosi.

Non possono essere membri o soci di una CER:

  • Amministrazioni centrali;
  • Grandi imprese;
  • Imprese con codice ATECO prevalente 35.11.00 e 35.14.00.

Contributi economici

Le CER possono richiedere contributi economici per l’autoconsumo diffuso al GSE. I contributi includono il corrispettivo di valorizzazione dell’energia autoconsumata e la tariffa premio sull’energia condivisa incentivata. I produttori possono anche vendere l’energia immessa in rete o richiederne il ritiro al GSE tramite il servizio del Ritiro Dedicato (RID). Per le CER con impianti in Comuni sotto i 5.000 abitanti, è previsto un contributo fino al 40% del costo di investimento dal PNRR.

Gli incentivi economici e la valorizzazione dell’energia immessa in rete al prezzo di mercato rendono l’investimento nelle comunità energetiche molto vantaggioso.

Quali i vantaggi economici

Gli incentivi economici e la valorizzazione dell’energia immessa in rete al prezzo di mercato rendono l’investimento nelle comunità energetiche molto vantaggioso.

Inoltre, il diffondersi di tali comunità può portare a diversi vantaggi tra cui:

  • Aumentare la sostenibilità e l’efficienza del sistema elettrico: Le comunità energetiche promuovono l’uso di energie rinnovabili, migliorando l’efficienza complessiva del sistema elettrico e riducendo l’impatto ambientale.
  • Fornire uno strumento di partecipazione alla transizione energetica: Le comunità energetiche permettono ai cittadini, che per motivi economici o altre ragioni non possono installare un impianto di produzione di energia rinnovabile presso la propria abitazione, di partecipare attivamente alla transizione verso l’energia sostenibile.
  • Aiutare chi si trova in condizioni di povertà energetica: Gli incentivi previsti aiutano chi ha difficoltà a pagare le bollette. Le agevolazioni e i limiti previsti mirano a facilitare l’accesso soprattutto a enti e comuni, fornendo un supporto a chi è in difficoltà economica, migliorando così la loro situazione energetica.

 

A cura di Lorenzo Merli