Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una serie di notizie ed annunci provenienti dal mondo bancario. Di Istituti che riaffermano il proprio impegno nelle operazioni di acquisto o di rivendita dei Bonus edilizi, per lo più legati al superbonus 110, che sta mettendo in seria difficoltà imprese edili e famiglie. Vediamo, quindi, cosa si sta muovendo.

Seguendo uno schema che si va consolidando, la “ri-cessione”, o rivendita, dei Bonus a imprese fuori dalla cerchia degli istituti di credito (principalmente aziende industriali e commerciali), sta diventano una leva per incrementare la capacità di acquisto e chiudere, così, altri contratti di acquisto.

In pratica le Banche riprenderanno ad acquistare Bonus edilizi, ma non più per utilizzarli in compensazione delle proprie imposte e contributi che ogni mese versano allo stato (le banche, infatti, tra contributi dei propri dipendenti, ritenute fiscali, imposte specifiche sulle attività creditizie e le imposte sui loro redditi che non mancano mai hanno sicuramente un’ottima capienza), ma da ora in poi principalmente per rivenderle ad altri soggetti.

Non compreranno più per i propri consumi ma diventeranno intermediari o rivenditori di crediti fiscali. Guadagnando ovviamente sugli sconti sia in fase di acquisto, che nelle attività di vendita.

Nello specifico...

Intesa Sanpaolo è la prima banca ad utilizzare questo meccanismo, dopo aver stipulato “accordi quadro” con imprese che, nel corso del tempo, utilizzeranno i crediti acquisiti scontandoli nei propri F24. Nel giro di pochi mesi, Intesa Sanpaolo ha già sottoscritto contratti di rivendita per un controvalore di 6,5 miliardi di Bonus acquistati in precedenza, liberando capacità fiscale per nuovi acquisti sul mercato.
Ad oggi il gruppo Intesa Sanpaolo ha già acquistato oltre 16 miliardi di crediti fiscali e conferma di proseguire la propria attività sul mercato dei Bonus edilizi ed in particolare a portare a termine gli impegni di acquisto già sottoscritti.

Di pochi giorni fa anche l’annuncio di Crédit Agricole Italia di voler rinnovare il proprio impegno nella gestione dei crediti fiscali legati al superbonus e altri bonus edilizi. Dalla Banca fanno sapere di essere a un passo dalla riapertura per riavviare progressivamente l’acquisto di nuovi crediti, al fine di supportare le numerose imprese coinvolte nel settore edilizio e delle filiere collegate, oltre che per le famiglie in difficoltà a causa del blocco delle cessioni.
Così come Intesa Sanpaolo anche Crédit Agricole sta lavorando insieme con un gruppo di aziende a cui rivendere i Bonus fiscali.

Già in aprile, Crédit Agricole ricomincerà ad acquistare crediti con un plafond crescente man mano che verranno ceduti i crediti già acquisiti al gruppo di aziende partner.

Anche UniCredit negli ultimi giorni ha annunciato la ripresa degli acquisti di crediti collegati a ristrutturazioni e in particolare agli sconti in fattura e ai crediti collegati alle spese fatte nel 2022.

Sulla stessa linea Banco Bpm ha dato seguito ad alcune anticipazioni che avevano parlato di una “riapertura mirata” agli acquisti di Bonus edilizi.

Infine, Enel X sta mettendo a punto un progetto strutturato per l’acquisto di crediti da girare alle imprese.

Possibilità di utilizzo dei crediti edilizi

Il decreto cessioni ha dato, inoltre, altre possibilità di utilizzo ai possessori di crediti edilizi quali:

  • la possibilità di “spalmare” il credito in 10 anni per chi non avesse sufficiente capienza per scontarlo in 4 o 5 anni;
  • la possibilità di conversione in Btp, per non dimenticare infine anche lo scudo più ampio della responsabilità solidale, che dà maggiori garanzie agli acquirenti.

Ricordiamo infine...

…la possibilità di sottoscrivere accordi che prevedano la cessione del credito con pagamento dilazionato nel tempo, ovvero negli anni nei quali l’acquirente potrà utilizzarlo.

In questo modo per l’acquirente non ci sarà la necessità di indebitarsi per l’acquisto, se non nei confronti del debitore ma senza alcun bisogno di congelare risorse finanziarie.
Per il venditore (incapiente) ci sarà la possibilità di recuperare il bonus, anche se in qualche anno, ma forse con minori oneri finanziari dato dallo sconto molto elevato praticato ultimamente dagli Istituti di credito.

A cura di Egidio Veronesi