Il mese di dicembre si apre con una delle scadenze fiscali più rilevanti dell’anno.

Entro il 1° dicembre 2025 (il 30 novembre cade di domenica) devono essere versati:

  • il secondo acconto delle imposte sui redditi e IRAP;
  • la seconda rata dell’acconto 2025 dei contributi previdenziali INPS da parte dei soggetti iscritti alla Gestione artigiani e commercianti (IVS) e alla Gestione Separata INPS.

Si tratta di una scadenza particolarmente rilevante perché quanto dovuto a titolo di secondo acconto 2025 deve essere versato integralmente: il pagamento non è rateizzabile. La possibilità di rateazione, infatti, resta circoscritta al saldo 2024 e al primo acconto 2025, sia per le imposte che per i contributi previdenziali.
Inoltre, per quanto riguarda le imposte, non è previsto (salvo eventuali interventi normativi dell’ultima ora) alcuno slittamento al 16 gennaio per le partite IVA, diversamente da quanto avvenuto nelle scadenze del 2023 e 2024.

Acconto delle imposte sui redditi e IRAP

In linea generale, IRPEF, IRES e IRAP sono versate in acconto per un importo complessivo pari al 100% dell’imposta dovuta per l’anno precedente, con la seguente ripartizione ordinaria:

  • 40% dell’acconto complessivo con la scadenza prevista per il pagamento del saldo;
  • 60% dell’acconto complessivo entro il mese di novembre.

Una disciplina diversa riguarda i soggetti che svolgono attività economiche per le quali sono stati approvati gli ISA, nonché coloro che partecipano a società, associazioni o imprese assoggettate agli ISA: in tali casi l’acconto IRPEF è suddiviso in due rate di pari importo, quindi ciascuna pari al 50% dell’acconto complessivo.

Tali regole si applicano anche ad alcune tipologie di imposte sostitutive e cioè:

  • imposte per i contribuenti forfettari;
  • la cedolare secca sul canone di locazione;
  • l’IVIE e l’IVAFE.

Metodi di calcolo dell’acconto

Il calcolo dell’acconto avviene, in via ordinaria, con il metodo storico, basato sull’imposta dovuta per l’anno precedente. In alternativa è possibile adottare il metodo previsionale, rideterminando l’acconto sulla base di una stima dei redditi attesi per il 2025: questa opzione risulta utile quando si prevede un risultato economico inferiore rispetto all’anno precedente.

Occorre però prestare particolare attenzione: un errore nella stima o nel conseguente versamento dell’acconto può comportare l’applicazione di sanzioni per insufficiente versamento. È comunque possibile rimediare tramite ravvedimento operoso, purché attivato prima che l’Agenzia delle Entrate avvii attività di controllo o atti accertativi.

Secondo acconto contributi previdenziali INPS

Sempre entro il 1° dicembre 2025 è dovuta anche la seconda rata dell’acconto dei contributi previdenziali per gli iscritti alla Gestione IVS artigiani e commercianti e alla Gestione Separata INPS.

Metodi di calcolo dell’acconto

Allo stesso modo delle imposte, l’acconto può essere determinato con metodo storico calcolato sui redditi d’impresa / autonomi 2024 dichiarati, in alternativa con il metodo previsionale sulla base dei redditi stimati nel 2025.

Applicando il metodo storico, l’acconto contributivo dovuto per il 2025 va determinato considerando, quale base di riferimento, la totalità dei redditi d’impresa dichiarati per il 2024 ai fini IRPEF risultanti dal modello Redditi 2025 PF. Tuttavia, il calcolo è differente in base all’attività svolta e quindi alla cassa alla quale si è iscritti: cambiano infatti regole e aliquote tra Gestione IVS artigiani e commercianti e Gestione Separata INPS.

Per i contribuenti in gestione separata (esempio libero professionista non iscritto ad alcuna cassa professionale), il metodo storico prevede che l’acconto 2025 sia determinato in misura pari all’80% del contributo dovuto sul reddito 2024 desumibile dal modello Redditi 2025 PF da versare in due rate (a giugno/luglio e a novembre), ciascuna pari al 50% dell’importo dovuto.

Per i contribuenti iscritti alla gestione artigiani-commercianti (esempio ditta individuale con attività prevalente artigiana o commerciale), il calcolo del metodo storico per la determinazione dell’acconto 2025 prevede il versamento solo sul reddito imponibile che supera il minimale, che per il 2025 è di 18.555€.  Ad esempio, per un commerciante che nel 2024 ha avuto un imponibile pari a 20.000€, gli acconti devono essere calcolati nel seguente modo:

  • imponibile eccedente il minimale: 20.000€ – 18.555€ = 1.445€
  • acconti contributi INPS commercianti: 1.445€ x 24% = 346,80€ da versare al 50% in primo acconto e al 50% in sede di secondo acconto (entro novembre)

Per i Neoiscritti alla gestione artigiani commercianti, la Finanziaria 2025 ha introdotto la possibilità di richiedere una riduzione del 50% dei contributi per i titolari di redditi d’impresa (inclusi quelli in regime forfetario) che nel 2025 risultano iscritti o si iscrivono per la prima volta a una delle Gestioni INPS artigiani e commercianti (IVS).

A cura di Elisa Ghelfi