Negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse verso la costituzione di società holding, spesso viste come una soluzione per la gestione del patrimonio e delle partecipazioni. Molto spesso, tuttavia, troviamo in rete una moltitudine di esperti che promuovono l’utilizzo delle holding principalmente per finalità di risparmio fiscale.
In questo articolo, cercheremo di fare chiarezza sull’argomento, evidenziando i reali vantaggi e i potenziali rischi, al fine di fornire strumenti utili per assumere decisioni corrette e informate.
Che cos’è una Holding
La holding è una società costituita principalmente per detenere partecipazioni in altre società o per gestire asset patrimoniali in modo strutturato e strategico. Le sue funzioni principali possono includere:
- la pianificazione successoria;
- la tutela del patrimonio;
- l’ottimizzazione delle strategie aziendali.
Esempi pratici di utilizzo corretto
Caso 1 – Pianificazione patrimoniale e successoria
Una famiglia imprenditoriale crea una holding per detenere le quote di due società operative: un’azienda di produzione e una immobiliare. I genitori trasferiscono progressivamente le quote della holding ai figli tramite patti di famiglia, ottenendo vantaggi in termini di continuità aziendale e risparmio sulle imposte di successione.
Caso 2 – Acquisizione di nuove partecipazioni
Un imprenditore costituisce una holding per accentrare le sue partecipazioni in tre società già operative ed utilizzarla come veicolo per future acquisizioni. La holding stipula contratti di finanziamento infragruppo e centralizza la tesoreria, migliorando la gestione finanziaria complessiva e la capacità di accesso al credito.
Gli usi impropri: cosa evitare assolutamente
Troppo spesso, si assiste all’utilizzo della holding con finalità distorte, principalmente per ottenere vantaggi fiscali indebiti. Tra gli utilizzi impropri più comuni troviamo:
- intestazione alla holding di beni personali dei soci, come immobili, auto di lusso o imbarcazioni, pur continuando però a farne un uso privato e personale;
- addebito alla holding di spese non inerenti all’attività d’impresa, come viaggi, spese familiari o altri costi di natura personale;
- utilizzo della holding come “bancomat”, prelevando fondi senza giustificazione o senza documentazione coerente con i rapporti societari e fiscali.
Esempi pratici di uso improprio (ma rimediabile)
Caso 1 – Immobile intestato alla holding ma usato dai soci
Due soci costituiscono una holding e le intestano una villa al mare. Formalmente la villa è un asset aziendale, ma in realtà viene utilizzata esclusivamente per vacanze private dai soci e dalle rispettive famiglie, senza alcun canone di locazione o contratto.
Caso 2 – Auto intestate alla holding ma usate privatamente
Una holding acquista due SUV di alta gamma intestandoli formalmente a sé stessa, ma i veicoli sono utilizzati esclusivamente dai soci per spostamenti personali.
Nei due casi illustrati il rimedio è far pagare ai soci un corrispettivo per l’utilizzo dei beni (auto, case e imbarcazioni) a “valori di mercato” con applicazione della relativa Iva. Tuttavia, ciò comporta la perdita dei vantaggi fiscali che si intendevano conseguire. In alcuni casi, l’obiettivo reale è quello di nascondere la disponibilità di beni intestandoli alla holding, distogliendo così il fisco da importanti indicatori di ricchezza.
Caso 3 – Prelievi non giustificati dal conto corrente societario
Un socio utilizza il conto corrente della holding per coprire spese personali (ad esempio: ristoranti, voli, hotel, utenze domestiche), senza che ci siano rimborsi spese o compensi formalmente deliberati.
Il caso n.3 non è invece rimediabile : un simile comportamento funziona fino a quando non interviene l’Agenzia delle Entrate.
I rischi fiscali: l’interposizione fittizia
Nei casi di utilizzo improprio ed in particolare nel terzo caso, l’Agenzia delle Entrate può contestare l’interposizione fittizia ai sensi dell’art. 37 del DPR 600/1973. In presenza di tale condotta, l’Amministrazione finanziaria ha la facoltà di riqualificare le operazioni, attribuendo direttamente ai soci il reddito o il beneficio ottenuto tramite la holding, con recupero delle imposte dovute ed applicazione di sanzioni e interessi.
Conclusioni
La costituzione di una holding può rappresentare una scelta strategica in presenza di una reale esigenza di organizzazione societaria o patrimoniale. In caso contrario, la creazione di una struttura societaria esclusivamente finalizzata ad ottenere vantaggi fiscali indebiti o a nascondere beni personali può esporre i soci a conseguenze fiscali rilevanti.
Pertanto, è essenziale affidarsi a professionisti esperti, in grado di valutare attentamente l’opportunità della costituzione di una holding ed in grado di strutturarla correttamente dal punto di vista legale, fiscale e operativo.
A cura di Egidio Veronesi
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