Sono 40 anni che faccio consulenza alle aziende, parlo con i titolari, li ascolto, cerco di capire i loro problemi e nel limite del possibile di risolverli. Mi confronto con imprenditori che lavorano in diversi settori, con aziende più o meno organizzate e dalle dimensioni più disparate. Dal singolo professionista all’industria dai grandi fatturati.

Gli imprenditori che ho conosciuto e che conosco hanno diverse formazioni scolastiche. C’è chi ha la terza media, chi è ragioniere e chi è laureato in economia come lo sono io. Spesso però il titolo di studio non ha corrispondenza con la consapevolezza che essi debbono avere nei riguardi dell’organizzazione e del controllo della propria azienda.

A volte mi capita anche di sentire l’affermazione, che sinceramente mi rattrista:

“Io non so niente di contabilità e di bilanci. Sa tutto la mia impiegata”.

Questo tipo di ragionamento, che ritengo sia il peggiore che possa fare un imprenditore, è figlio della carenza di cultura imprenditoriale del tessuto economico italiano, fatto di tante piccole imprese nate dal nulla che poi, a volte, si sono sviluppate in realtà di importanti dimensioni. Si sa, gli italiani sanno fare le cose per bene e specialmente nel nostro territorio emiliano siamo ricchi di imprenditori, artigiani, “inventori”.

Tutto questo era fattibile negli anni ‘70, ‘80 e fino ai primi anni ‘90 quando le sostenute marginalità delle aziende consentivano di perdonare una gestione e un’organizzazione carente.

Oggi le cose sono cambiate, lo sanno tutti.

I ridotti margini e la globalizzazione hanno spazzato via intere filiere produttive, basti pensare alle confezioni di abbigliamento, i cosiddetti “magliai” così numerosi nel nostro territorio a cavallo fra gli anni ‘70 e ‘80.

Per competere oggi bisogna conoscere e capire i propri “conti”, chi siamo e dove stiamo andando, cosa fanno i nostri concorrenti e cosa possiamo fare per batterli o almeno per non rimanere indietro.

Solo conoscendo la propria azienda, i suoi meccanismi, i suoi numeri e la sua evoluzione l’imprenditore avrà la possibilità di sopravvivere, di competere e di crescere.

Chi siamo e dove stiamo andando

Inizieremo dalla prossima settimana con brevi articoli, che cercheranno di far entrare l’imprenditore nei numeri della propria azienda sperando di dargli la necessaria consapevolezza e gli strumenti per capire e poter prendere decisioni non solo con la “pancia” ma anche con i numeri.

Decisioni che prendano in considerazione il rischio come una variabile che si può e si deve controllare. Grazie a questa rubrica svilupperemo un percorso “in pillole” semplice e graduale, dedicato principalmente a chi ha sempre avuto dubbi e ha voglia di conoscere. Un percorso che possa essere compreso da tutti.

Credo fermamente che la consapevolezza dei propri numeri e della propria azienda da parte di un imprenditore sia lo strumento più importante per il successo e per garantirsi un futuro.

A cura di Egidio Veronesi

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