Chi più guadagna meno spende. Così può essere sintetizzata la Flat Tax incrementale del 15% prevista dalla legge di Bilancio 2023.
Con la nuova disposizione le persone fisiche professionisti e imprenditori, diversi dai forfettari, potranno beneficiare di un’aliquota del 15 % sugli incrementi di reddito fino a 40.000 euro.
Una novità che si applica solo dal 2023. Poi si vedrà.
Obiettivo della nuova legge finanziaria
L’obiettivo è quello di alleggerire il carico fiscale delle persone fisiche titolari di partita Iva che nel 2023 conseguiranno un reddito maggiore di quello più alto realizzato nei tre anni precedenti. Si applicherà la Flat Tax incrementale sull’incremento di reddito fino a 40.000 euro, dopodiché si applicherà la tassazione progressiva a scaglioni.
Potranno avvalersi dell’agevolazione solo le persone fisiche sia imprenditori che professionisti. Restano quindi escluse tutte le tipologie di società.
Per capire il funzionamento della Flat Tax “incrementale” facciamo un semplice esempio:
Supponiamo che un imprenditore realizzi nel 2023 un reddito di 80.000 euro e ipotizziamo che nei tre anni precedenti (2020, 2021 e 2022) il reddito sia stato il seguente:
- 35 mila euro nel 2020;
- 60 mila nel 2021;
- 45 mila nel 2022.
Il reddito più alto si è verificato nel 2021 (60 mila) e questo sarà il reddito di riferimento con il quale calcolare l’incremento. La legge dice anche che il reddito più alto dovrà essere rivalutato del 5% e pertanto il reddito più alto viene alzato a 63.000 euro
A questo punto il reddito “incrementale” da assoggettare alla Flat Tax sarà pari a
Se non ci fosse stata la Flat Tax “incrementale” i 17.000 euro sarebbero stati tassati con l’aliquota Irpef del 43% scontando un’Irpef di 7.310 euro.
Il risparmio nel caso esaminato è quindi il seguente:
Perché questa nuova modalità di tassazione?
La motivazione di questa nuova modalità di tassazione, che dovremmo considerare per il momento “sperimentale”, potrebbe essere quella di spingere i contribuenti verso una maggiore “fedeltà fiscale” facendo in modo che un incremento di reddito non abbia il solito esito di dover versare quasi la metà del maggior guadagno al fisco. Vedremo se sarà prorogata anche per gli anni successivi.
A cura di Egidio Veronesi