Da diversi anni a questa parte gli imprenditori, e non solo, sono “bombardati” da concetti come: valori aziendali, missione e cultura aziendale, controllo di gestione.
Per quale motivo si insiste tanto su questi concetti? E perché sono così importanti?
Perché i valori di un’azienda rappresentano le fondamenta su cui si costruisce e definisce la missione aziendale e le conseguenti strategie. D’altronde si sa, senza strategie non esiste un organico sistema di controllo di gestione.
I principi di comportamento, i valori che caratterizzano un’azienda sono da considerarsi come le coordinate di un viaggio che permettono all’imprenditore, e ai suoi dipendenti, di prendere decisioni in maniera tempestiva e in linea con gli obiettivi strategici.
E’ bene, però, non affezionarsi troppo alla cultura della propria azienda perché il rischio è quello di non essere in grado di vedere il cambiamento che la circonda.
Ecco perché nel tempo occorre adottare nuovi principi, abitudini, fare scelte coraggiose che implicano, tra le tante cose, avvalersi di nuovi modelli d’azione. Inutile dire che la cultura aziendale non cambia dall’oggi al domani è, infatti, un lungo e costante processo di trasformazione e metabolizzazione.
Tuttavia, è inevitabile. Per meglio dire: è inevitabile se si vuole proiettare la propria azienda nel futuro.
Non c’è cambiamento senza decisione
Ogni imprenditore, in qualità di traghettatore della propria azienda, prende delle decisioni sulla base delle informazioni che gli forniscono i propri dipendenti e/o collaboratori oppure sulla base della sua esperienza diretta.
Decisioni che devono assicurare alla propria attività un vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti che operano nel medesimo mercato di riferimento.
In situazioni di questo tipo, dove l’imprenditore deve svolgere un delicato compito, e cioè “prendere decisioni”, cosa può indirizzarlo verso le scelte migliori?
Risposta: il controllo di gestione. La “cassetta degli attrezzi” in grado di fornirgli gli strumenti adeguati e le informazioni giuste al momento giusto.
Ogni decisione deve essere presa a partire da una chiara fotografia del contesto in cui l’azienda opera e tale contesto deve essere poi calato all’interno della struttura aziendale, affinché tutti ne possano venire a conoscenza.
Ciascun dipendente, collaboratore deve essere consapevole non solo in quale mercato l’azienda per cui lavora si muove, ma anche i valori e i principi che rappresentano il motore dell’attività operativa quotidiana.
Valori e principi che devono essere comunicati in maniera chiara e sistematica, al fine di raggiungere in maniera coordinata gli obiettivi aziendali.
Non c’è cambiamento senza decisione
Continuo cambiamento
Da una parte il controllo di gestione, dall’altra la cultura.
Cosa unisce questi due poli? Il continuo cambiamento.
Cambia la cultura esterna e interna all’azienda e, di conseguenza, anche il controllo di gestione deve adeguarsi e cambiare nel tempo. Solo in questo modo, infatti, le persone che lavorano all’interno dell’azienda potranno prendere le giuste decisioni.
L'ennesima spesa
Pianificazione, controllo, analisi ecc. spesso vengono considerati dagli imprenditori come gli ennesimi costi che portano via tempo senza creare valore.
Ma è veramente così?
E se fossero proprio questi aspetti a permettere a un’azienda di monitorare tutte le prospettive di crescita e creazione del valore a partire da una pianificazione e analisi costante di elementi qualitativi e quantitativi?
Oltre i dati del commercialista
Quante volte ti è capitato di ricevere dal commercialista i dati e i modelli per il controllo di gestione che poi, il più delle volte, hai lasciato e dimenticato chissà dove?
Qui il punto critico: il controllo di gestione non è una pratica che deve essere svolta dal commercialista. Il controllo di gestione deve essere svolto dall’azienda e all’interno dell’azienda.
Il commercialista, nel caso specifico, è colui che fornisce gli strumenti affinché l’azienda possa poi operare in autonomia. Il commercialista illustra le istruzioni del gioco, l’azienda “gioca” mettendole in pratica.
Il commercialista accompagna l’impresa in una prima fase, ma poi questa dovrà essere in grado di camminare con le proprie gambe verso i suoi obiettivi.
A cura di Rebecca Molinari con la collaborazione di Andrea Bergonzoni
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