Quando è il momento di pagare le imposte mi capita spesso di parlare con gli imprenditori.

Questi ultimi, se le imposte da pagare sono tante, hanno facce scure. Non importa se hanno guadagnato tanto e gli affari sono andati bene. Nel momento di pagare le imposte si scatena lo “psicodramma”, anche se il cliente era già stato avvisato da tempo.

Pertanto, in questi casi si rateizzano le imposte da versare (o non si pagano e poi si ravvedono l’anno dopo) e il problema si risolve.

Cosa succede non appena l'imprenditore arriva a casa...

Appena arrivato a casa l’imprenditore va in rete e fa una ricerca con le parole “risparmio fiscale” o “risparmiare le tasse” o ancora meglio “come non pagare le tasse” e avrà una marea di informazioni di come fare. O ancor meglio apparirà l’invito di avvalersi dell’”esperto fiscale di turno” per una consulenza personalizzata. Dopo qualche incontro con l’esperto e suggerimenti del genere:

“facciamo un rimborso chilometrico, registriamo il marchio della tua azienda, facciamo una S.r.l. ecc.”

lo aiuterà realmente a risparmiare le imposte rifilandogli una fattura di 8 o 10 mila euro (che ovviamente si scarica dalle tasse!) ma da pagare con un comodo finanziamento che la finanziaria di turno (convenzionata con l’esperto ovviamente, che prenderà una provvigione sul finanziamento) gli concederà.

Così al posto delle poche imposte risparmiate il nostro imprenditore pagherà il triplo di rate per il costo dell’esperto.

Cosa succede a volte

A volte invece gli imprenditori se ne vanno contenti perché non hanno imposte da pagare (meglio ancora se vanno a credito) e poco importa se la causa è nell’azienda che ha guadagnato poco o è in perdita.

Anche in questo caso le cose non vanno bene, ma difficilmente l’imprenditore una volta a casa andrà in rete a cercare “come gestire meglio la mia impresa” o “come fare controllo di gestione”.

Quindi....

Dagli esempi di cui sopra possiamo comprendere quale sia il “peso” delle imposte per un imprenditore (e spesso lo è per davvero) e, allo stesso tempo, provare a capire se esistono davvero sistemi corretti per risparmiare le imposte o per fare un’adeguata “pianificazione fiscale”.

Per prima cosa però, teniamo ben presente, che le leggi fiscali sono scritte da persone che conoscono molto bene il loro mestiere e aggirare la normativa fiscale senza rischi (o in “modo inattaccabile” come dice qualche esperto) non è per niente facile. Sono leggi a volte fatte anche in risposta ai comportamenti furbeschi di molti imprenditori (ad esempio i limiti a determinate spese).

Cosa fare dunque?

Quello che possiamo fare è invece valutare se la nostra azienda è configurata in modo corretto e se è possibile darle un assetto che consenta di risparmiare effettivamente le imposte.

Oppure darle un’organizzazione che le consenta di sospendere temporaneamente la tassazione personale ricorrendo a determinati schemi societari. I risparmi più importanti si hanno infatti dalla configurazione corretta dell’assetto proprietario delle aziende ricordando, comunque, un principio fondamentale:

quando i soldi dalla propria azienda o società escono per entrare nelle tasche della persona fisica, la tassazione Irpef non si può evitare arrivando a pagare circa il 45% (addizionali regionali e comunali comprese) per redditi oltre i 50 mila euro.

Possiamo fermare la tassazione al 24% temporaneamente, fintantoché gli utili non saranno prelevati. Forse mai nel caso intendiamo trasferire l’azienda agli eredi.

Tracciato questo quadro generale e fatte le dovute premesse, nei prossimi articoli parleremo di come è possibile risparmiare davvero le imposte e come fare pianificazione fiscale.

A cura di Egidio Veronesi