prestazione universale. anziani ultraottantenni. inps

Prestazione Universale per anziani non autosufficienti

Dal 2 gennaio 2025 l’INPS, in base all’articolo 34 del decreto legislativo 29/2024, provvederà ad erogare, in via sperimentale, una nuova prestazione denominata Prestazione Universale, destinata agli ultraottantenni non autosufficienti e subordinata ad uno specifico bisogno assistenziale definito “gravissimo”.

Il periodo di sperimentazione andrà dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026.

Il riconoscimento della Prestazione Universale comporterà l’assorbimento dell’indennità di accompagnamento e delle prestazioni fornite dagli ATS.

Quali sono i requisiti per accedere alla Prestazione?

Il riconoscimento della prestazione è subordinato al possesso dei seguenti requisiti:

  • età anagrafica pari o superiore agli 80 anni;
  • un livello di bisogno assistenziale gravissimo, valutato agli atti dalla Commissione medico-legale dell’INPS, anche in base alle indicazioni fornite dalla Commissione tecnico-scientifica nominata il 16 ottobre 2024 con DM n. 155/2024 e approvate con decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 19 dicembre 2024;
  • un valore dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria ordinario, in corso di validità, non superiore a euro 6.000;
  • la titolarità dell’indennità di accompagnamento (art. 1, comma 1, della legge 11 febbraio 1980, n. 18) che, qualora sospesa, non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione.

In cosa consiste e quando viene erogata la Prestazione?

La Prestazione Universale sarà erogata con cadenza mensile ed è composta da:

  • una quota fissa monetaria, corrispondente all’indennità di accompagnamento di cui all’articolo 1 della legge 11 febbraio 1980, n. 18;
  • una quota integrativa, definita “assegno di assistenza”, pari ad euro 850 mensili, finalizzata a remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di regolare  rapporto di lavoro, o a remunerare l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza, forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale, nel rispetto delle specifiche previsioni contenute nella programmazione integrata di livello regionale e locale.

L’INPS provvederà al monitoraggio della spesa al fine di un’eventuale rideterminazione dell’importo mensile della quota integrativa, qualora si verifichi uno scostamento fra il numero di domande pervenute e le risorse finanziarie individuate dal legislatore.

A cura di Paolo Mantovani


ISEE 2025

ISEE 2025: i bonus richiedibili dal nucleo familiare

Con la presentazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente – ISEE – si certificano il patrimonio e il reddito del nucleo familiare per avere accesso a diversi bonus, sconti ed esenzioni.

Grazie alla presentazione della DSU e con l’acquisizione della relativa attestazione ISEE è possibile beneficiare di numerose agevolazioni.

Agevolazioni possibili per l’anno 2025: i bonus legati all' ISEE

Erogazione di 1000€ per ogni figlio nato/adottato nel 2025

Al fine di incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno, è riconosciuto un importo una tantum pari a 1.000 €, per ogni figlio nato o adottato a decorrere dal 1° gennaio 2025. Il beneficio è riconosciuto dall’INPS ed è subordinato alla condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente abbia un valore ISEE non superiore a 40.000 €.

Potenziamento asilo nido e assistenza domiciliare

Si tratta di due misure previste a sostegno del reddito delle famiglie con all’interno del nucleo familiari minori, di età fino ai tre anni.
L’importo del beneficio per entrambe le misure è riconosciuto previa presentazione dell’ISEE aggiornato, riferito al minore per cui è richiesta la prestazione, sulla base del quale viene calcolato l’importo del bonus. Le erogazioni relative all’assegno unico e universale non rilevano nella determinazione dell’ISEE.
Il bonus spettante varia in base al valore ISEE e per il 2025 è stato potenziato per un valore massimo di 3600 €.

Riduzione tasse universitarie

Presentando l’attestazione ISEE in corso di validità e seguendo le modalità previste nel bando accademico dell’Ateneo di riferimento, è possibile ottenere una riduzione sulle tasse universitarie che solitamente è subordinata al valore dell’ISEE Università.
Si tratta di un’agevolazione importante per chi vuole affrontare un percorso di studi, perché permette allo studente di ridurre le spese universitarie o addirittura arrivare ad un totale esonero.

Assegno Unico

A decorrere dal 1 marzo 2022 è stato istituito l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico (per figli a carico si intendono quelli facenti parte del nucleo familiare, come determinato ai fini ISEE). Costituisce un beneficio economico attribuito su base mensile, per il periodo compreso tra marzo di ciascun anno e febbraio dell’anno successivo, ai nuclei familiari in base all’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). A febbraio 2025 verrà applicata la rivalutazione del 5.4% per un importo minimo pari a 57,45 € fino ad un massimo di 200,99 € per ogni figlio.

Supporto e Formazione Lavoro

Per l’anno 2025 sono state introdotte le seguenti novità:

    • per beneficiare della misura a sostegno del reddito bisognerà presentare un ISEE con valore e reddito non superiore a 10.140 €;
    • l’importo mensile di SFL viene incrementato a 500 € (a fronte degli attuali 350 €);
    • si prevede che il limite temporale di erogazione dell’indennità di partecipazione (attualmente fissato in 12 mesi) sia prorogabile per una durata massima di ulteriori 12 mesi, previo aggiornamento del patto di servizio personalizzato. Tutto ciò qualora alla scadenza dei primi 12 mesi di fruizione risulti la partecipazione del beneficiario a un corso di formazione. Il beneficio economico è erogato nei limiti della durata del corso.

Assegno di inclusione

L’assegno di inclusione è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, introdotto dall’art. 1 del DL 48/2023 ed in vigore dal 1 Gennaio 2024.
L’Assegno di inclusione viene erogato ai nuclei familiari in possesso cumulativamente, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio dei requisiti richiesti. Per l’anno 2025 sono state introdotte le seguenti modifiche dalla legge n. 207 del 30 dicembre 2024:

  •  valore ISEE non superiore a 10.140 € e un reddito familiare non superiore a 6.500 €;
  • se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite dall’allegato 3 al DPCM 159/2013, la soglia di reddito familiare è fissata in 8.190 € annui, moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.
    Questa soglia è aumentata a 10.140 € se il nucleo familiare risiede in abitazione in locazione.

Bonus acquisto elettrodomestici

Al fine di sostenere la competitività industriale e favorire l’incremento dell’efficienza energetica nell’ambito domestico, è previsto un contributo per l’acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza energetica, con bonus d’importo pari a 200 € per nuclei familiari che nel 2025 avranno ISEE non superiore a 25.000 €.

Assegno di maternità

L’assegno di maternità è un beneficio economico a favore delle madri, anche adottive o affidatarie, disoccupate al momento della nascita o dell’ingresso in famiglia del bambino, quindi prive del trattamento previdenziale dell’indennità di maternità o che beneficiano di una indennità di importo inferiore a quello dell’assegno. Il contributo va richiesto al Comune di residenza e viene erogato in un’unica soluzione dall’INPS.
La domanda va presentata telematicamente entro sei mesi dalla nascita, adozione o affidamento ed è subordinata alla presentazione dell’ISEE.

Bonus energia

Il bonus elettrico è concesso per 12 mesi su singola fornitura. La platea dei beneficiari del bonus elettrico per disagio economico coinvolge:

  • nuclei con meno di 4 figli a carico ed ISEE non superiore a 9.530 €;
  • nuclei con 4 o più figli a carico ed ISEE entro 20.000 €.
    Potranno inoltre beneficiare del bonus sociale anche i nuclei con ISEE fino a 15.000 €.

Carta dedicata a te

Per l’anno 2025 viene confermata l’assegnazione della Carta per nuclei famigliari con ISEE inferiore a 15.000 €.

Bonus psicologico

Per il finanziamento del Bonus psicologo, la Legge di Bilancio 2025 ha disposto lo stanziamento di 9,5 milioni di euro per il 2025, così la platea dei beneficiari sarà ampliata. I requisiti resteranno i medesimi:

  • 1.500 euro per redditi con ISEE inferiore a 15.000 € (fino a 50 € per ogni seduta);
  • 1.000 euro per redditi con ISEE compreso tra 15.000 e 30.000 € (fino a 50 € per ogni seduta);
  • 500 euro per redditi con ISEE superiore a 30.000 ma inferiore a 50.000 € (fino a 50 € per ogni seduta).

Bonus prima casa under 36

E’ stata prorogata fino al 2027 la possibilità di richiedere il bonus per nuclei familiari che nel 2025 avranno valore ISEE inferiore a 40.000 €.

Lo Studio rimane a disposizione per qualsiasi necessità di chiarimento.


tracciabilità dei pagamenti. bancomat. spese aziendali

La tracciabilità dei pagamenti relativi a spese aziendali

Tra le mille novità della Legge Finanziaria 2025, ve ne è una di particolare impatto nella vita di aziende e professionisti:

pagare tutte le spese relative a trasferte, ristoranti e mezzi di trasporto con mezzi di pagamento tracciabili per poter dedurre il costo.

Questa nuova disposizione vale sia per gli imprenditori e i lavoratori autonomi, sia per i dipendenti che sostengono spese per viaggi, trasferte e ristoranti nell’ esecuzione delle proprie mansioni e che poi vengono inserite nei rimborsi a piè di lista.

Si tratta di una regola importantissima specialmente per i pasti sostenuti dai dipendenti che operano fuori sede (si pensi agli edili): la fattura deve essere intestata all’azienda ed il pagamento deve essere effettuato con bancomat o carta di credito aziendale.

Nel caso in cui il dipendente anticipi la spesa, dovrà pagare con strumenti tracciabili, conservare lo scontrino o la ricevuta di pagamento e consegnarlo all’azienda per il rimborso.

Nota bene:

E’ opportuno che gli esercenti di bar, ristoranti e alberghi avvertano i loro clienti dell’obbligo di utilizzo di mezzi di pagamento tracciabili per poter dedurre il costo.

Non è ammessa alcuna rettifica: qualora sullo scontrino parlante o sulla fattura sia indicato ‘pagato in contanti’ non è possibile alcuna rettifica e il costo non sarà rimborsabile.

Eccezione:

Per quanto riguarda il rimborso chilometrico a piè di lista, rimangono valide le vecchie regole che prevedono: lettera di incarico,  indicazione del percorso effettuato e del numero di chilometri percorsi, rimborso calcolato sulla base delle tariffe ACI.

Lo Studio rimane a disposizione per qualsiasi necessità di chiarimento.

A cura di Sergio Succi


bando. indennizzo.

Bando per gli indennizzi alle attività danneggiate dal cantiere di piazza Garibaldi a Finale Emilia

Fino al 24 dicembre 2024 è possibile partecipare al bando del Comune di Finale Emilia che ha stanziato 10 mila euro per indennizzi alle imprese ubicate nell’area del cantiere per la riqualificazione di piazza Garibaldi, nella limitrofa via Sauro (per il tratto compreso tra il civico 13/c e il civico 13/d) e in via Generale Malaguti.

Indennizzo:

L’indennizzo verrà quantificato nella misura massima del 100% della quota versata quale TPC/TARI (al netto di IVA) riferita all’anno 2024 emessa da Geovest.

Qualora la somma stanziata non risulti sufficiente per tutti gli operatori che avranno presentato domanda e che sono in regola con i requisiti del bando, il contributo verrà erogato fino ad esaurimento fondi, in proporzione tra gli aventi diritto.

Per ottenere il ristoro, i partecipanti al bando devono essere in situazione di regolarità contributiva attestata dal DURC o avere in corso un piano rateizzato di rientro, al momento della presentazione della domanda e alla liquidazione del contributo e devono avere pagato la TPC/TARI anno 2024.

Chi può fare domanda:

Possono beneficiare degli indennizzi i titolari di attività economiche con accesso e/o vetrine poste al piano terra e visibili sulla pubblica via e aperte al pubblico, già insediate ed attive nell’area interessata dal cantiere alla data di pubblicazione del bando.

Sono ammessi al contributo:

esercizi di vicinato ossia esercizi che svolgono attività di commercio al dettaglio con una superficie di vendita fino a 250 mq;

attività artigianali e di servizio con vendita al pubblico dei propri prodotti tra cui panifici, pizzerie al taglio, rosticcerie, gelaterie e simili;

-esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;

-agenzie di intermediazione immobiliare.

Sono escluse dalla partecipazione al bando banche, istituti di credito, attività di intermediazione creditizia e simili, attività libero professionali, attività di consulenza, agenzie assicurative, in generale enti che effettuano disbrigo di pratiche tecnico-amministrative, ambulatori e strutture sanitarie.

Come effettuare la domanda:

La domanda di adesione potrà essere inviata tramite PEC all’indirizzo comunefinale@cert.comune.finale.mo.it entro la scadenza del 24 dicembre 2024.

La domanda dovrà essere presentata sull’apposito modello di domanda con marca da bollo da Euro 16,00 (modulo A), compilata in ogni sua parte, sottoscritta dal richiedente con firma digitale o firma autografa, corredata dalla fotocopia di un documento di identità in corso di validità. Per i cittadini stranieri è necessaria una copia del permesso di soggiorno o carta di soggiorno, ai sensi della normativa vigente.

Link utili

Il bando e gli allegati sono disponibili sul sito del Comune di Finale Emilia .

Un bando per gli indennizzi alle attività danneggiate dal cantiere di piazza Garibaldi – Comune di Finale Emilia

Lo Studio è a disposizione per le imprese interessate a partecipare al bando.

A cura di Simone Vincenzi


omaggi natalizi

Omaggi natalizi ai clienti

In occasione delle festività, molti soggetti commerciali hanno la consuetudine di annunciare l’arrivo del Natale ai propri clienti con omaggi, quali regali e cesti natalizi. 

Nonostante nel corso del 2024 non siano intervenute modifiche normative rispetto al 2023, si ritiene utile dettare un pratico riepilogo delle tipologie più frequenti. 

L’acquisto di beni non oggetto dell’attività d’impresa ceduti gratuitamente a soggetti esterni, quali clienti, fornitori ma anche rappresentanti o collaboratori non legati alla società da rapporti di lavoro subordinato, purché qualificati come spese di rappresentanza (ovvero: sostenute con finalità promozionali e di pubbliche relazioni; ragionevoli in funzione dell’obiettivo di generare benefici economici; coerenti con gli usi e le pratiche commerciali del settore), ha un trattamento fiscale differente a seconda del costo unitario del bene ceduto.

Trattamento fiscale per le imprese

Per gli omaggi con costo unitario pari o inferiore a €50: 

  • l’iva d’acquisto è interamente detraibile nell’esercizio; 
  • ai fini delle imposte sui redditi la spesa è integralmente deducibile. 

Per gli omaggi con costo unitario superiore a €50: 

  • l’iva d’acquisto è totalmente indetraibile; 
  • ai fini delle imposte sui redditi la deducibilità della spesa è consentita nel limite massimo della percentuale fissata in base all’ammontare dei ricavi, differente a seconda delle dimensioni dell’ impresa erogante (1,5% dei proventi della gestione caratteristica per le imprese con ricavi fino a €10milioni; percentuali inferiori se l’impresa consegue ricavi maggiori).

Trattamento fiscale per i lavoratori autonomi e professionisti

Per i lavoratori autonomi, professionisti ed esercenti arti e professioni che acquistano beni per cederli in omaggio a soggetti esterni, valgono le stesse regole delle imprese ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. Pertanto se il valore imponibile del bene ceduto è inferiore a € 50, scontano la piena detrazione dell’imposta, mentre oltre i €50 l’Iva è totalmente indetraibile. 

Ai fini delle imposte sui redditi invece il costo sostenuto per l’acquisto degli omaggi costituisce spesa di rappresentanza, indipendentemente dal valore del bene e la sua deducibilità è totale fino al limite dell’1% dei proventi incassati nel periodo di imposta.

Considerazioni sugli omaggi

Per la quantificazione del valore dell’omaggio ceduto, è bene ricordare che se lo stesso è rappresentato da più beni costituenti un’unica confezione, come la tipica cesta di Natale, è necessario considerare il costo dell’intera confezione e non quello dei singoli componenti.  

È quindi indetraibile l’IVA relativa all’acquisto di un cesto di costo superiore a €50 nonostante sia composto da beni di costo unitario inferiore a tale limite.

La cessione degli omaggi non oggetto dell’attività d’impresa è irrilevante ai fini IVA (fuori campo IVA) a prescindere dall’ammontare del costo unitario e dal soggetto erogante, impresa o lavoratore autonomo.

A cura di Elisa Ghelfi


inventario

Rimanenze e inventario di fine anno

Come di consueto, le imprese il cui periodo d’imposta coincide con l’anno solare devono procedere alla valutazione del magazzino al 31.12.2024 in relazione alle giacenze di merci, semilavorati, materie prime, sussidiarie e di consumo, prodotti in corso di lavorazione, lavori in corso su ordinazione e prodotti finiti.

A tal fine occorre effettuare in primo luogo l’inventario fisico dei beni, delle merci e dei prodotti in giacenza  e successivamente la valutazione delle merci e dei beni in rimanenza alla fine dell’esercizio.

Inventario fisico dei beni in giacenza

Dovranno essere considerati i beni presenti presso i magazzini dell’impresa, presso i depositi e le unità locali.

Vanno inoltre considerati i beni presso terzi per merci in conto deposito o in conto lavorazione.

I beni in viaggio, se di proprietà dell’impresa, vanno inclusi fra le rimanenze anche se non ancora pervenuti in magazzino.
Non si tiene invece conto nel computo di quei beni che pur presenti in impresa (o in depositi o in unità locali) sono giuridicamente di proprietà di terzi (beni in deposito, lavorazione o visione).

A seguire una breve sintesi dei beni da inventariare:

  • beni presso magazzino – sì
  • beni in deposito – sì
  • beni presso unità locali – sì
  • beni di proprietà ma presso terzi – sì
  • beni di proprietà altrui presso l’azienda – no
  • beni di proprietà dell’impresa in viaggio – sì
  • beni in viaggio di proprietà altrui – no

Sono tenute alla contabilità di magazzino le imprese che:

  • realizzano un volume di ricavi annuo superiore a 5.164.000 euro;
  • dichiarano alla fine del periodo di imposta un valore di rimanenze finale superiore ad 1.100.000 euro.

Valutazione dei beni in rimanenza

Terminato l’inventario fisico si procede alla sua valutazione che può avvenire alternativamente con il metodo:

  • del costo medio ponderato annuale;
  • del Fifo;
  • del Lifo (continuo o a scatti annuali o mensili).

Nella valutazione deve tenersi presente che sono componenti del costo di acquisto i costi accessori di diretta imputazione (spese di trasporto, dogana) esclusi gli oneri finanziari, al netto di resi, sconti, abbuoni e premi.

Nel costo di produzione si comprendono tutti i costi direttamente imputabili al prodotto (materiali, mano d’opera, semilavorati, imballaggi e costi relativi a licenze di produzione) e gli altri costi per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto (stipendi e salari della manodopera diretta, ammortamenti direttamente imputabili alla produzione, manutenzioni e riparazioni direttamente imputabili).

Per gli immobili alla cui produzione è diretta l’attività dell’impresa si includono nel costo gli interessi passivi sui prestiti contratti per la loro costruzione o ristrutturazione, fino al momento in cui gli stessi vengono ultimati e immessi sul mercato.

Per gli esercenti attività di commercio al minuto che adottano il metodo del prezzo al dettaglio, si potrà compilare una distinta di tutte le merci in rimanenza, la cui somma dei prezzi di vendita, scorporata della percentuale di ricarico, determinerà il valore delle rimanenze, illustrando opportunamente i criteri e le modalità di calcolo adottate.

Il costo dei beni fungibili (beni di massa la cui rimanenza non è identificabile rispetto ad un particolare acquisto) può essere calcolato con il metodo della media ponderata ovvero con quello Lifo o Fifo.

Da ricordare:

La normativa fiscale prevede l’irrilevanza delle rimanenze fiscali nella determinazione del reddito di impresa dei soggetti in contabilità semplificata.

Tuttavia, si ritiene che rimanga opportuna e necessaria la rilevazione dell’inventario delle rimanenze finali sia per motivi gestionali (valutazione dell’andamento dell’attività), sia per motivi fiscali (comunicazione dati richiesti per gli indici di affidabilità, valutazione economiche per eventuale cambio di regime, determinazione costi per una eventuale cessione o cessazione dell’attività ecc.).

Lo Studio rimane a disposizione per ulteriori chiarimenti.

M&W Veronesi e Associati


imu. seconda rata

Scadenza versamento IMU secondo semestre 2024

L’IMU (Imposta Municipale Unica) è un’imposta comunale sulle proprietà immobiliari​, che grava su coloro che possiedono fabbricati di qualunque tipo, terreni agricoli e aree edificabili.

Sono esonerati solo i proprietari di un’unica abitazione utilizzata come prima casa e relative pertinenze quali garage e cantina. Non si applica alcun esonero nel caso di abitazioni classificate come “di lusso”.

Si tratta di un’imposta di natura patrimoniale calcolata in base alla rendita catastale, ovvero al valore attribuito dal catasto ad ogni immobile, eccetto le aree edificabili che hanno una valorizzazione più articolata.

Ogni Comune delibera annualmente le aliquote da applicare alle varie categorie di immobili e può prevedere situazioni particolari che beneficiano di agevolazioni.

Il pagamento dell’IMU può essere effettuato in due rate semestrali, che devono tener conto della situazione degli immobili aggiornata a ciascun semestre dell’anno in corso.

La scadenza per il versamento della rata relativa al secondo semestre dell’anno 2024 è fissata a lunedì 16 dicembre 2024.

Principali modifiche immobiliari che possono incidere sull’importo della seconda rata dell’IMU

Nel corso dell’anno potrebbero essersi verificate modifiche relative agli immobili, che possono influire sull’importo dell’IMU da versare entro il 16 dicembre 2024. 

Tra queste modifiche rientrano: 

-acquisti di nuovi immobili; 

-vendite di immobili; 

-eredità; 

-nuovi accatastamenti al termine di lavori edilizi; 

-richieste di variazioni catastali; 

-inizio/cessazione di contratti di locazione; 

-trasferimenti di residenza; 

-variazioni aventi ad oggetto aree edificabili. 

Invitiamo pertanto i clienti, che non avessero ancora comunicato ai nostri uffici eventuali modifiche intervenute sugli immobili nell’anno 2024, a farlo quanto prima, al fine di consentire l’aggiornamento del calcolo dell’imposta dovuta.

Novità IMU del 2024

I fabbricati distrutti o diventati inagibili a causa degli eventi sismici del 2012 sono stati esonerati dal versamento dell’IMU fino al 31/12/2023, ma dal 2024 dovranno versare l’imposta. 

Il calcolo dell’importo dovuto è differente in base alla situazione catastale e di fatto dell’immobile: 

  • se è ancora inagibile ed iscritto in catasto con rendita, l’IMU è dovuta con la riduzione del 50% rispetto all’importo ordinario calcolato in base alla rendita catastale; 
  • se è in corso di ristrutturazione o se è stato accatastato in categoria F/2 dovrà essere tassato il valore dell’area fabbricabile. In tali casi occorrerà richiedere ad un tecnico i dati da utilizzare per il calcolo (superficie e valore a mq). Ogni Comune potrà prevedere modalità di conteggio specifiche.

A cura di Franco Meletti


Voucher digitale Modena. Voucher digitale.

Voucher digitale Cciaa Modena 2024

Il voucher digitale CCiaa Modena, che fa parte del Piano Transizione 4.0, prevede contributi a fondo perduto, rivolti alle imprese di tutti i settori economici, attraverso il sostegno economico ai progetti di digitalizzazione per l’acquisizione di nuove competenze e tecnologie abilitanti.

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese ammissibili con un massimale di 4.000,00 euro.

Alle imprese in possesso del rating di legalità verrà riconosciuta una premialità di 250,00 euro nel rispetto dei massimali “de minimis”. L’investimento minimo ammesso deve essere pari ad euro 3.000,00.

Sono ammissibili le spese per servizi di consulenza e/o formazione e di acquisto di beni strumentali materiali e immateriali relativi a una o più tecnologie fra quelle previste all’art. 2 del bando.

A chi è rivolto il contributo?

Beneficiari dei contributi sono le pmi iscritte nel registro imprese di Modena e che non hanno beneficiato dell’analogo contributo per l’anno 2023.

Prima dell’invio della domanda si invita a condurre le opportune verifiche:

  • Di regolarità del pagamento del diritto annuale presso il competente ufficio Diritto Annuale: diritto.annuale@mo.camcom.it;
  • Di regolarità del DURC – Documento di Regolarità contributiva.

 

Quali sono le spese ammissibili?

Tecnologie principali abilitanti (inclusa la pianificazione o progettazione dei relativi interventi):

  1. Robotica avanzata e collaborativa;
  2. Interfaccia uomo-macchina;
  3. Manifattura additiva e stampa 3D;
  4. Prototipazione rapida;
  5. Internet delle cose e delle macchine;
  6. Cloud, High Performance Computing – HPC, fog e quantum computing;
  7. Soluzioni di cyber security e business continuity (es. CEI – cyber exposure index, vulnerability assessment, penetration testing etc);
  8. Big data e analytics;
  9. Intelligenza artificiale;
  10. Blockchain;
  11. Soluzioni tecnologiche per la navigazione immersiva, interattiva e partecipativa (realtà aumentata, realtà virtuale e ricostruzioni 3D);
  12. Simulazione e sistemi cyberfisici;
  13. Integrazione verticale e orizzontale;
  14. Soluzioni tecnologiche digitali di filiera per l’ottimizzazione della supply chain;
  15. Soluzioni tecnologiche per la gestione e il coordinamento dei processi aziendali con elevate caratteristiche di integrazione delle attività (ad es. ERP, MES, PLM, SCM, CRM, incluse le tecnologie di tracciamento, ad es. RFID, barcode, etc).

Come presentare la domanda

Le domande di contributo, firmate digitalmente, possono essere inviate a partire dalle ore 11:00 del 13 novembre alle ore 18:00 del 27 novembre 2024 esclusivamente in modalità telematica, mediante la piattaforma Telemaco.

Alla pratica telematica dovrà essere allegata la seguente documentazione:

  • Il modello base generato dal sistema Telemaco;
  • La domanda di contributo in bollo che deve essere compilata utilizzando il modulo pubblicato tra gli allegati, regolarmente compilato in tutte le sue parti a pena di esclusione.
    Si precisa che l’imposta di bollo (16,00 euro) deve essere assolta in modo virtuale, utilizzando esclusivamente PagoPA  oppure borsellino Telemaco il al momento dell’invio della pratica.
  • I preventivi di spesa (purché non antecedenti il 1/01/2024) o eventuali fatture già emesse (purché non antecedenti il 01/01/2024);
  • Eventuale autocertificazione del fornitore relativa a quanto previsto all’art. 7 comma 2 del Bando per gli “ulteriori fornitori”.

Sia la domanda che gli allegati dovranno essere firmati digitalmente (in formato p7m) dal titolare/legale rappresentante dell’impresa.

Alla domanda dovrà essere allegato il Report “Selfi4.0”, self-assessment di maturità digitale da compilare on line (il modello può essere trovato sul portale nazionale dei PID) e/o il Report “Zoom 4.0” di assessment guidato, realizzato con il supporto con i Digital Promoter della Camera di commercio.

Successivamente al superamento dell’istruttoria amministrativa-formale, la selezione dei progetti avverrà con procedura valutativa a graduatori. A parità di punteggio conseguito, la graduatoria verrà determinata in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande.

L’approvazione della graduatoria dei beneficiari dei contributi avverrà non oltre 60 giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle domande, ovvero entro il 26 gennaio 2025 e ne verrà data notizia alle imprese richiedenti, all’indirizzo PEC indicato sulla domanda.

Rendicontazione

Entro il 120° giorno successivo alla data della determinazione di approvazione della graduatoria delle domande ammesse a contributo, l’impresa dovrà trasmettere la pratica di rendicontazione, esclusivamente in modalità telematica, con firma digitale del titolare/legale rappresentante dell’impresa.

La rendicontazione dovrà essere composta da:

  • Un nuovo modello base;
  • La dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà di cui all’art. 47 D.P.R. 445/2000, in cui siano indicate le fatture e gli altri documenti contabili riferiti agli investimenti realizzati;
  • Copia delle fatture: dovranno riportare il Codice Unico del Progetto C.U.P. comunicato al beneficiario in sede di concessione del contributo;
  • Copia dei pagamenti effettuati esclusivamente mediante transazioni bancarie verificabili (ri.ba, bonifico, ecc.); non saranno ammesse spese effettuate in contanti o tramite assegni;
  • Nel caso dell’attività formativa, la dichiarazione di fine corso e copia dell’attestato di frequenza per almeno l’80% del monte ore complessivo. Il Responsabile dell’impresa si impegna inoltre a informare i propri dipendenti dell’opportunità di effettuare il Digital Skill Voyager (DSV), al termine dell’attività formativa;
  • Una relazione finale di consuntivazione delle attività realizzate;
  • La dichiarazione di assoggettabilità alla ritenuta 4%.

Lo Studio è a disposizione per la necessaria assistenza alla predisposizione e invio delle domande.

A cura di Simone Vincenzi


Business plan accesso al credito

Senza business plan niente credito

In un contesto finanziario in costante mutamento, un business plan ben strutturato è diventato uno strumento essenziale per accedere al credito, oltre che di fondamentale importanza per la gestione dell’impresa.

Negli ultimi anni, le banche hanno alzato i propri standard nell’analisi delle richieste di finanziamento. Un business plan dettagliato è ora un requisito imprescindibile per ottenere finanziamenti.

Ma quali sono le ragioni di questa trasformazione e quali conseguenze ha per le imprese?

Le nuove linee guida EBA

Questo cambiamento è strettamente legato alle Linee Guida dell’Autorità Bancaria Europea (EBA). Queste linee guida rappresentano un cambiamento nell’approccio delle banche alla valutazione del merito creditizio. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità del credito, concentrandosi maggiormente sulle proiezioni realistiche dei flussi di cassa futuri, piuttosto che affidarsi solo alle garanzie reali. Le banche, quindi, devono considerare attentamente le performance aziendali e le condizioni finanziarie future dei clienti.

L'importanza del business plan

In questo nuovo quadro normativo, il business plan gioca un ruolo centrale per diversi motivi:

  • Valutazione della sostenibilità: dimostra come l’azienda userà i fondi e come genererà flussi di cassa per rimborsare il prestito;
  • Pianificazione strategica: illustra gli obiettivi a lungo termine e le strategie per raggiungerli, dimostrando una visione chiara;
  • Gestione dei rischi: un business plan aiuta a identificare e mitigare rischi futuri, preparandosi a situazioni difficili o opportunità di crescita;
  • Comunicazione efficace: un piano ben redatto e realistico rafforza la fiducia delle banche e facilita condizioni di credito più vantaggiose.

Quali gli impatti sulle PMI

Le nuove regole dell’EBA hanno un impatto significativo sulle PMI, che devono adeguarsi alle crescenti richieste di documentazione non solo per finanziamenti a lungo termine, ma anche per linee di credito ordinarie.

Senza un business plan adeguato, le imprese rischiano di perdere l’accesso ai finanziamenti necessari.

Verso una nuova cultura finanziaria

L’introduzione di queste normative implica un cambiamento culturale sia per le banche che per le imprese. Le aziende devono adottare una visione a lungo termine e sviluppare competenze strategiche per soddisfare le aspettative delle banche. Allo stesso tempo, le banche devono acquisire nuove competenze per valutare con precisione la qualità del credito.

L’integrazione di aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG) nei business plan rappresenta un ulteriore vantaggio, poiché dimostra l’impegno verso la sostenibilità, un aspetto sempre più apprezzato nel settore finanziario.

Il business plan un documento chiave

Le nuove direttive dell’EBA hanno trasformato il processo di accesso al credito (richieste di finanziamenti, richieste di fido, accesso ad agevolazioni ecc.), rendendo il business plan un documento chiave e praticamente obbligatorio. In un mondo finanziario in evoluzione, la capacità delle imprese di preparare piani dettagliati, orientati al futuro e sostenibili è diventata cruciale per garantire la propria sopravvivenza e crescita.

 

A cura di Simone Vincenzi


Iscro 2024. Domande di contributo

Iscro 2024: domande entro il 31 ottobre

La scadenza per l’invio delle domande Iscro 2024 è fissata al 31 ottobre.

Ricordiamo che l’Iscro è un sostegno economico destinato ai lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata dell’INPS, introdotto dalla Legge di Bilancio 2021 in via sperimentale per il triennio 2021-2023 e riconfermato nella Legge di Bilancio 2024.

Come inoltrare la propria richiesta?

  • Accedi alla piattaforma con SPID, CIE o CNS;
  • Successivamente, dalla home page del portale clicca sulla voce “Sostegni, sussidi e indennità” e poi su “Esplora sostegni, sussidi e indennità”;
  • Una volta selezionata la voce “Vedi tutti” nella sezione “Strumenti”, tra le opzioni scegli quella denominata “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche” nella quale, una volta autentificata/o, è necessario selezionare “Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO)”.

Una volta inviata la domanda, il richiedente può controllarne lo stato di lavorazione, accedere alle ricevute e ai documenti prodotti dal sistema e, se necessario, modificare le informazioni relative alle modalità di pagamento.

In alternativa al portale web, è possibile fare richiesta tramite gli Istituti di Patronato o Contact Center multicanale.

Una volta inoltrata la domanda, l’INPS procede alle verifiche inviando all’Agenzia delle Entrate i dati dei richiedenti. Quest’ultima effettua i controlli sui requisiti reddituali comunicandone, infine, gli esiti all’Istituto.

Quali i requisiti per inviare la richiesta?

Possono fare domanda per l’ISCRO tutti i liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata che:

  • Non sono titolari di una pensione e non sono assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • Non sono beneficiari dell’assegno di inclusione;
  • Hanno prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 70 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda;
  • Hanno dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 12.000 euro, annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente;
  • Sono in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
  • Sono titolari di partita IVA attiva da almeno tre anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.

A quanto ammonta l’indennità ISCRO?

L’ indennità Iscro è pari al 25%, su base semestrale, della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati dal richiedente nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda.

Gli importi dell’agevolazione, erogata per sei mensilità, vanno da un minimo di 250 euro a un massimo di 800 euro e sono determinati per legge. Ogni anno, inoltre, le suddette cifre vengono rivalutate sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati rispetto all’anno precedente.

Per il 2024, oltre all’importo mensile, è prevista per i beneficiari dell’ISCRO la possibilità di partecipare a dei corsi di aggiornamento professionale.

Si ricorda che la frequenza di questi ultimi non è più obbligatoria, come deciso dal Decreto Coesione 2024. Secondo quest’ultimo, inoltre, è prevista l’iscrizione d’ufficio di tutti beneficiari alla piattaforma SIISL, così come i percettori di NAspI e DIS-COLL.

 

A cura di M&W Veronesi e Associati