Voucher digitale Modena. Voucher digitale.

Voucher digitale Cciaa Modena 2024

Il voucher digitale CCiaa Modena, che fa parte del Piano Transizione 4.0, prevede contributi a fondo perduto, rivolti alle imprese di tutti i settori economici, attraverso il sostegno economico ai progetti di digitalizzazione per l’acquisizione di nuove competenze e tecnologie abilitanti.

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese ammissibili con un massimale di 4.000,00 euro.

Alle imprese in possesso del rating di legalità verrà riconosciuta una premialità di 250,00 euro nel rispetto dei massimali “de minimis”. L’investimento minimo ammesso deve essere pari ad euro 3.000,00.

Sono ammissibili le spese per servizi di consulenza e/o formazione e di acquisto di beni strumentali materiali e immateriali relativi a una o più tecnologie fra quelle previste all’art. 2 del bando.

A chi è rivolto il contributo?

Beneficiari dei contributi sono le pmi iscritte nel registro imprese di Modena e che non hanno beneficiato dell’analogo contributo per l’anno 2023.

Prima dell’invio della domanda si invita a condurre le opportune verifiche:

  • Di regolarità del pagamento del diritto annuale presso il competente ufficio Diritto Annuale: diritto.annuale@mo.camcom.it;
  • Di regolarità del DURC – Documento di Regolarità contributiva.

 

Quali sono le spese ammissibili?

Tecnologie principali abilitanti (inclusa la pianificazione o progettazione dei relativi interventi):

  1. Robotica avanzata e collaborativa;
  2. Interfaccia uomo-macchina;
  3. Manifattura additiva e stampa 3D;
  4. Prototipazione rapida;
  5. Internet delle cose e delle macchine;
  6. Cloud, High Performance Computing – HPC, fog e quantum computing;
  7. Soluzioni di cyber security e business continuity (es. CEI – cyber exposure index, vulnerability assessment, penetration testing etc);
  8. Big data e analytics;
  9. Intelligenza artificiale;
  10. Blockchain;
  11. Soluzioni tecnologiche per la navigazione immersiva, interattiva e partecipativa (realtà aumentata, realtà virtuale e ricostruzioni 3D);
  12. Simulazione e sistemi cyberfisici;
  13. Integrazione verticale e orizzontale;
  14. Soluzioni tecnologiche digitali di filiera per l’ottimizzazione della supply chain;
  15. Soluzioni tecnologiche per la gestione e il coordinamento dei processi aziendali con elevate caratteristiche di integrazione delle attività (ad es. ERP, MES, PLM, SCM, CRM, incluse le tecnologie di tracciamento, ad es. RFID, barcode, etc).

Come presentare la domanda

Le domande di contributo, firmate digitalmente, possono essere inviate a partire dalle ore 11:00 del 13 novembre alle ore 18:00 del 27 novembre 2024 esclusivamente in modalità telematica, mediante la piattaforma Telemaco.

Alla pratica telematica dovrà essere allegata la seguente documentazione:

  • Il modello base generato dal sistema Telemaco;
  • La domanda di contributo in bollo che deve essere compilata utilizzando il modulo pubblicato tra gli allegati, regolarmente compilato in tutte le sue parti a pena di esclusione.
    Si precisa che l’imposta di bollo (16,00 euro) deve essere assolta in modo virtuale, utilizzando esclusivamente PagoPA  oppure borsellino Telemaco il al momento dell’invio della pratica.
  • I preventivi di spesa (purché non antecedenti il 1/01/2024) o eventuali fatture già emesse (purché non antecedenti il 01/01/2024);
  • Eventuale autocertificazione del fornitore relativa a quanto previsto all’art. 7 comma 2 del Bando per gli “ulteriori fornitori”.

Sia la domanda che gli allegati dovranno essere firmati digitalmente (in formato p7m) dal titolare/legale rappresentante dell’impresa.

Alla domanda dovrà essere allegato il Report “Selfi4.0”, self-assessment di maturità digitale da compilare on line (il modello può essere trovato sul portale nazionale dei PID) e/o il Report “Zoom 4.0” di assessment guidato, realizzato con il supporto con i Digital Promoter della Camera di commercio.

Successivamente al superamento dell’istruttoria amministrativa-formale, la selezione dei progetti avverrà con procedura valutativa a graduatori. A parità di punteggio conseguito, la graduatoria verrà determinata in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande.

L’approvazione della graduatoria dei beneficiari dei contributi avverrà non oltre 60 giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle domande, ovvero entro il 26 gennaio 2025 e ne verrà data notizia alle imprese richiedenti, all’indirizzo PEC indicato sulla domanda.

Rendicontazione

Entro il 120° giorno successivo alla data della determinazione di approvazione della graduatoria delle domande ammesse a contributo, l’impresa dovrà trasmettere la pratica di rendicontazione, esclusivamente in modalità telematica, con firma digitale del titolare/legale rappresentante dell’impresa.

La rendicontazione dovrà essere composta da:

  • Un nuovo modello base;
  • La dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà di cui all’art. 47 D.P.R. 445/2000, in cui siano indicate le fatture e gli altri documenti contabili riferiti agli investimenti realizzati;
  • Copia delle fatture: dovranno riportare il Codice Unico del Progetto C.U.P. comunicato al beneficiario in sede di concessione del contributo;
  • Copia dei pagamenti effettuati esclusivamente mediante transazioni bancarie verificabili (ri.ba, bonifico, ecc.); non saranno ammesse spese effettuate in contanti o tramite assegni;
  • Nel caso dell’attività formativa, la dichiarazione di fine corso e copia dell’attestato di frequenza per almeno l’80% del monte ore complessivo. Il Responsabile dell’impresa si impegna inoltre a informare i propri dipendenti dell’opportunità di effettuare il Digital Skill Voyager (DSV), al termine dell’attività formativa;
  • Una relazione finale di consuntivazione delle attività realizzate;
  • La dichiarazione di assoggettabilità alla ritenuta 4%.

Lo Studio è a disposizione per la necessaria assistenza alla predisposizione e invio delle domande.

A cura di Simone Vincenzi


Business plan accesso al credito

Senza business plan niente credito

In un contesto finanziario in costante mutamento, un business plan ben strutturato è diventato uno strumento essenziale per accedere al credito, oltre che di fondamentale importanza per la gestione dell’impresa.

Negli ultimi anni, le banche hanno alzato i propri standard nell’analisi delle richieste di finanziamento. Un business plan dettagliato è ora un requisito imprescindibile per ottenere finanziamenti.

Ma quali sono le ragioni di questa trasformazione e quali conseguenze ha per le imprese?

Le nuove linee guida EBA

Questo cambiamento è strettamente legato alle Linee Guida dell’Autorità Bancaria Europea (EBA). Queste linee guida rappresentano un cambiamento nell’approccio delle banche alla valutazione del merito creditizio. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità del credito, concentrandosi maggiormente sulle proiezioni realistiche dei flussi di cassa futuri, piuttosto che affidarsi solo alle garanzie reali. Le banche, quindi, devono considerare attentamente le performance aziendali e le condizioni finanziarie future dei clienti.

L'importanza del business plan

In questo nuovo quadro normativo, il business plan gioca un ruolo centrale per diversi motivi:

  • Valutazione della sostenibilità: dimostra come l’azienda userà i fondi e come genererà flussi di cassa per rimborsare il prestito;
  • Pianificazione strategica: illustra gli obiettivi a lungo termine e le strategie per raggiungerli, dimostrando una visione chiara;
  • Gestione dei rischi: un business plan aiuta a identificare e mitigare rischi futuri, preparandosi a situazioni difficili o opportunità di crescita;
  • Comunicazione efficace: un piano ben redatto e realistico rafforza la fiducia delle banche e facilita condizioni di credito più vantaggiose.

Quali gli impatti sulle PMI

Le nuove regole dell’EBA hanno un impatto significativo sulle PMI, che devono adeguarsi alle crescenti richieste di documentazione non solo per finanziamenti a lungo termine, ma anche per linee di credito ordinarie.

Senza un business plan adeguato, le imprese rischiano di perdere l’accesso ai finanziamenti necessari.

Verso una nuova cultura finanziaria

L’introduzione di queste normative implica un cambiamento culturale sia per le banche che per le imprese. Le aziende devono adottare una visione a lungo termine e sviluppare competenze strategiche per soddisfare le aspettative delle banche. Allo stesso tempo, le banche devono acquisire nuove competenze per valutare con precisione la qualità del credito.

L’integrazione di aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG) nei business plan rappresenta un ulteriore vantaggio, poiché dimostra l’impegno verso la sostenibilità, un aspetto sempre più apprezzato nel settore finanziario.

Il business plan un documento chiave

Le nuove direttive dell’EBA hanno trasformato il processo di accesso al credito (richieste di finanziamenti, richieste di fido, accesso ad agevolazioni ecc.), rendendo il business plan un documento chiave e praticamente obbligatorio. In un mondo finanziario in evoluzione, la capacità delle imprese di preparare piani dettagliati, orientati al futuro e sostenibili è diventata cruciale per garantire la propria sopravvivenza e crescita.

 

A cura di Simone Vincenzi


Iscro 2024. Domande di contributo

Iscro 2024: domande entro il 31 ottobre

La scadenza per l’invio delle domande Iscro 2024 è fissata al 31 ottobre.

Ricordiamo che l’Iscro è un sostegno economico destinato ai lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata dell’INPS, introdotto dalla Legge di Bilancio 2021 in via sperimentale per il triennio 2021-2023 e riconfermato nella Legge di Bilancio 2024.

Come inoltrare la propria richiesta?

  • Accedi alla piattaforma con SPID, CIE o CNS;
  • Successivamente, dalla home page del portale clicca sulla voce “Sostegni, sussidi e indennità” e poi su “Esplora sostegni, sussidi e indennità”;
  • Una volta selezionata la voce “Vedi tutti” nella sezione “Strumenti”, tra le opzioni scegli quella denominata “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche” nella quale, una volta autentificata/o, è necessario selezionare “Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO)”.

Una volta inviata la domanda, il richiedente può controllarne lo stato di lavorazione, accedere alle ricevute e ai documenti prodotti dal sistema e, se necessario, modificare le informazioni relative alle modalità di pagamento.

In alternativa al portale web, è possibile fare richiesta tramite gli Istituti di Patronato o Contact Center multicanale.

Una volta inoltrata la domanda, l’INPS procede alle verifiche inviando all’Agenzia delle Entrate i dati dei richiedenti. Quest’ultima effettua i controlli sui requisiti reddituali comunicandone, infine, gli esiti all’Istituto.

Quali i requisiti per inviare la richiesta?

Possono fare domanda per l’ISCRO tutti i liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata che:

  • Non sono titolari di una pensione e non sono assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • Non sono beneficiari dell’assegno di inclusione;
  • Hanno prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 70 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda;
  • Hanno dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 12.000 euro, annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente;
  • Sono in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
  • Sono titolari di partita IVA attiva da almeno tre anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.

A quanto ammonta l’indennità ISCRO?

L’ indennità Iscro è pari al 25%, su base semestrale, della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati dal richiedente nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda.

Gli importi dell’agevolazione, erogata per sei mensilità, vanno da un minimo di 250 euro a un massimo di 800 euro e sono determinati per legge. Ogni anno, inoltre, le suddette cifre vengono rivalutate sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati rispetto all’anno precedente.

Per il 2024, oltre all’importo mensile, è prevista per i beneficiari dell’ISCRO la possibilità di partecipare a dei corsi di aggiornamento professionale.

Si ricorda che la frequenza di questi ultimi non è più obbligatoria, come deciso dal Decreto Coesione 2024. Secondo quest’ultimo, inoltre, è prevista l’iscrizione d’ufficio di tutti beneficiari alla piattaforma SIISL, così come i percettori di NAspI e DIS-COLL.

 

A cura di M&W Veronesi e Associati


Master budget.

Master budget: funzioni e logica di costruzione

Il master budget è uno strumento fondamentale per la gestione finanziaria e operativa di un’azienda. Si tratta di un documento complesso che aggrega tutti i budget settoriali (vendite, produzione, approvvigionamento, ecc.) in un unico piano coerente e coordinato. Di seguito, esploriamo le principali funzioni del master budget e la logica di costruzione.

Funzioni del master budget

  1. Pianificazione: Il master budget aiuta le aziende a pianificare le proprie attività future. Fornisce una roadmap chiara delle azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi aziendali, stabilendo le risorse richieste e i tempi per il loro impiego.
  2. Coordinazione: Integra i vari settori aziendali, assicurando che tutte le funzioni lavorino verso obiettivi comuni. La coordinazione tra reparti come vendite, produzione e finanza è essenziale per un funzionamento efficiente.
  3. Controllo: Serve come benchmark per valutare la performance effettiva rispetto ai piani. Le deviazioni possono essere identificate e corrette tempestivamente, migliorando la gestione operativa.
  4. Comunicazione: Facilita la comunicazione interna all’azienda, assicurando che tutte le parti interessate siano allineate e informate sugli obiettivi e le strategie aziendali.

Logica di costruzione del master budget

La costruzione del master budget segue una sequenza logica e strutturata, che può essere riassunta nei seguenti passaggi:

1.Definizione degli obiettivi: chiarire gli obiettivi strategici a lungo termine dell’azienda, che guideranno tutto il processo di budgeting.

2.Preparazione dei budget settoriali:

    • Budget delle Vendite: stima le vendite future in termini di quantità e valore;
    • Budget della produzione: pianifica la produzione necessaria per soddisfare le vendite previste;
    • Budget degli acquisti: determina le materie prime necessarie per la produzione;
    • Budget delle spese operative: prevede le spese operative, inclusi i costi amministrativi e di marketing;
    • Budget degli investimenti: pianifica degli investimenti in beni capitali e progetti a lungo termine.

3.Aggregazione dei budget: In questa fase, i budget settoriali vengono integrati in un unico documento consolidato. Questa fase include la preparazione del:

      • Conto economico previsionale, che prevede i ricavi, i costi e gli utili;
      • Stato patrimoniale previsionale, che proietta le attività, le passività e il patrimonio netto;
      • Budget di cassa, che prevede i flussi di cassa in entrata e in uscita.

4.Revisione e approvazione: il master budget viene esaminato per assicurarne la coerenza e la fattibilità. Eventuali correzioni vengono apportate prima di ottenere l’approvazione finale da parte del management.

5.Monitoraggio e aggiornamento: una volta implementato, il master budget deve essere costantemente monitorato e aggiornato per riflettere le variazioni nelle condizioni operative e di mercato.

Gestione delle risorse e raggiungimento degli obiettivi

In conclusione, il master budget è uno strumento di vitale importanza per la gestione efficace delle risorse aziendali e per il raggiungimento degli obiettivi strategici. Spesso si pensa che questo strumento sia riservato solo alle grandi aziende, ma in realtà anche le micro e piccole imprese possono adottarlo con successo, beneficiando di una pianificazione più accurata, una migliore coordinazione tra i reparti e un controllo più rigoroso delle performance operative.

 

A cura di Andrea Bergonzoni


Patente a punti. Cantieri edili

Patente a punti: le ultime novità

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha emanato la circolare n. 4 del 23 settembre 2024, con la quale ha fornito le prime indicazioni riguardanti il sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi tramite crediti.

Patente a punti e autocertificazione/dichiarazione sostitutiva

Il portale per effettuare la richiesta di rilascio della patente a punti/ patente a crediti sarà attivo, sul sito dell’Ispettorato Nazionale del Lavorodal 1° ottobre 2024. L’accesso sarà possibile attraverso SPID personale o CIE.

Dal 23 settembre 2024 è possibile presentare una autocertificazione/dichiarazione sostitutiva concernente il possesso dei requisiti previsti dall’articolo 27, comma 1, del decreto legislativo n. 81/2008, (ISCRIZIONE CCIA, FORMAZIONE, DURC, DVR, DURF E RSPP) laddove richiesti dalla normativa vigente.

L’invio dell’ autocertificazione/dichiarazione sostitutiva dovrà essere effettuato, tramite PEC, all’indirizzo: dichiarazionepatente@pec.ispettorato.gov.it.

La trasmissione dell’ autocertificazione/dichiarazione sostitutiva avrà efficacia fino alla data del 31 ottobre 2024 e vincola l’operatore a presentare la domanda per il rilascio della patente mediante il portale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro entro la medesima data.

A partire dal 1° novembre p.v. non sarà possibile operare in cantiere in forza della trasmissione dell’ autocertificazione/dichiarazione sostitutiva a mezzo PEC, essendo indispensabile aver effettuato la richiesta di rilascio della patente tramite il portale.

Revoca della patente e sanzioni

La patente è revocata in caso di dichiarazione non veritiera sulla sussistenza di uno o più requisiti, accertata in sede di controllo successivo al rilascio.

Decorsi 12 mesi dalla revoca, l’impresa o il lavoratore autonomo può richiedere il rilascio di una nuova patente. Fatto salvo quanto previsto dal comma 2 dell’art. 27 D. Lgs. 81/2008, in mancanza della patente o del documento equivalente, alle imprese e ai lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili, di cui all’articolo 89, comma 1, lettera a), si applicano una sanzione amministrativa pari al 10% del valore dei lavori e, comunque, non inferiore a € 6.000,00, non soggetta alla procedura di diffida di cui all’articolo 301-bis del D. Lgs. 81/2008, nonché l’esclusione dalla partecipazione ai lavori pubblici di cui al codice dei contratti pubblici, di cui al D. Lgs. 31 marzo 2023, n. 36, per un periodo di 6 mesi.

Le stesse sanzioni si applicano alle imprese e ai lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili di cui al citato articolo 89, comma 1, lettera a), con una patente con punteggio inferiore a 15 crediti.

Scarica il documento per l’autodichiarazione

A cura di Francesca Zuccarà


Rentri. Registro Elettronico Tracciabilità Rifiuti

R.E.N.T.Ri- Registro Elettronico per la Tracciabilità dei Rifiuti

Il R.E.N.T.RiRegistro Elettronico per la Tracciabilità dei Rifiuti, si appresta a diventare lo strumento unico per la tracciabilità dei rifiuti. Diventerà, infatti, un modello di gestione completamente digitale per l’assolvimento degli adempimenti quali l’emissione dei formulari di identificazione del trasporto e la tenuta dei registri cronologici di carico e scarico.

L’avvio del R.E.N.T.Ri è previsto in più scaglioni. Dal 15 dicembre 2024 partiranno le prime iscrizioni al nuovo sistema, fino ad arrivare all’ultima scadenza del 13 febbraio 2026. Le regole sono contenute nel decreto n. 59 del 4 aprile 2023 del MASE, il Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica.

Chi è obbligato ad iscriversi?

Le categorie obbligate ex lege ad iscriversi sono:

  • Gli enti e le imprese che effettuano il trattamento dei rifiuti;
  • I produttori di rifiuti pericolosi;
  • Gli enti e le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale o che operano in qualità di commercianti ed intermediari di rifiuti pericolosi;
  • I consorzi istituiti per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti;
  • I comuni o loro consorzi e le comunità montane, con riferimento ai rifiuti non pericolosi.

Sono invece esonerati dall’obbligo di iscrizione gli imprenditori agricoli (art. 2135 c.c.) che non producono rifiuti pericolosi.

Quali tempistiche per l'iscrizione?

  • A decorrere dal 15 dicembre 2024 ed entro il 13 febbraio 2025 sono obbligati ad iscriversi gli enti o imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi con più di 50 dipendenti , e per tutti gli altri soggetti diversi dai produttori iniziali;
  • A decorrere dal 15 giugno 2025 ed entro il 14 agosto 2025 sono obbligati ad iscriversi gli enti o imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi con più di 10 e fino a 50 dipendenti;
  • A decorrere a decorrere dal 15 dicembre 2025 ed entro il 13 febbraio 2026 sono obbligati ad iscriversi gli enti o imprese produttori iniziali di soli rifiuti speciali pericolosi con un numero di dipendenti inferiore o uguale a 10 e i produttori di rifiuti speciali pericolosi non rientranti in organizzazioni di ente e impresa a prescindere dal numero di dipendenti.

Il criterio dimensionale detta dunque le tempistiche per l’iscrizione al R.E.N.T.Ri. e, come indicato nell’articolo 13 del DM 59/2023, per il calcolo del numero di dipendenti bisognerà considerare la situazione aziendale al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento.

I soggetti non ancora obbligati all’iscrizione potranno scegliere se continuare ad assolvere i suddetti adempimenti tramite i formati cartacei oppure iscriversi ugualmente al R.E.N.T.Ri.

Come accedere al portale R.E.N.T.Ri

Per iscriversi al R.E.N.T.Ri sarà necessario accedere all’Area operatori  del portale ministeriale dedicato. L’avvio della procedura è previsto per il 15 dicembre 2024, quando partirà la fase operativa del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti.

L’accesso al portale avverrà esclusivamente mediante autenticazione, al fine di acquisire l’identità digitale del soggetto che accede. L’accesso potrà essere effettuato con:

  • SPID per persona fisica;
  • SPID per persona giuridica;
  • Carta Nazionale dei Servizi (CNS);
  • Carta di Identità Elettronica (CIE).

Per le identità digitali intestate a persone fisiche sarà necessario essere in possesso dei poteri per rappresentare l’impresa oppure dell’incarico ad operare per conto dell’impresa, dell’ente o dell’organizzazione obbligata all’iscrizione.

 

A cura di M&W Veronesi e Associati


Patente a punti. Cantieri edili

Patente a punti in vigore dal 1°ottobre 2024

Con il decreto n. 132 del 18 settembre 2024, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali stabilisce le regole per la richiesta e la validità della nuova patente a crediti, introdotta al fine di aumentare la salute e la sicurezza sul lavoro nei cantieri edili.

In vigore dal 1° ottobre 2024, l’obbligo di possesso della patente riguarda non solo tutte le imprese edili, incluse quelle artigiane, ma anche tutte le aziende che operano in specifiche fasi lavorative all’interno dei cantieri.

Sono esentate da tale obbligo le aziende in possesso dell’attestato di qualificazione SOA in classifica pari o superiore alla III.

Lo svolgimento delle attività nei cantieri edili è subordinato alla sussistenza di un punteggio pari o superiore a 15 crediti.

Quali i requisiti per il rilascio

La patente è rilasciata su domanda dell’azienda, in formato digitale, dall’Ispettorato nazionale del lavoro in base al possesso dei seguenti requisiti:

  • Iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura (autocertificabile);
  • Adempimento, da parte dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei prestatori di lavoro, degli obblighi formativi (Dichiarazione sostitutiva atto di notorietà);
  • Possesso del documento unico di regolarità contributiva in corso di validità-DURC (autocertificabile);
  • Possesso del documento di valutazione dei rischi-DVR (Dichiarazione sostitutiva atto di notorietà);
  • Possesso della certificazione di regolarità fiscale (DURF autocertificabile);
  • Avvenuta designazione del RSPP (Dichiarazione sostitutiva atto di notorietà).

Precisiamo che il rilascio è automatico e, comunque, tra la domanda e il rilascio della patente è possibile lavorare, salva diversa comunicazione notificata dall’Ispettorato nazionale del lavoro.

Della avvenuta presentazione della domanda occorre informare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale entro cinque giorni dal deposito.

Eventuali dichiarazioni mendaci comportano la revoca della patente, ma decorsi dodici mesi dall’eventuale revoca, l’impresa o il lavoratore autonomo può richiedere il rilascio di una nuova patente.

 

A cura di Paolo Mantovani


Ordinanza regionale Emilia-Romagna. Divieto di lavorare causa caldo intenso.

Nuova ordinanza regione Emilia-Romagna

Lunedì 29 luglio, con ordinanza regionale n. 101, è entrato in vigore il divieto di lavorare in agricoltura, nel florovivaismo e nei cantieri edili nella fascia oraria 12:30- 16:00, nei giorni e nelle aree in cui la mappa pubblicata sul sito internet Worklimate riporta un livello di rischio “ALTO”,  in condizioni di esposizione prolungata al sole e se si svolge un’attività fisica intensa.

Al momento questo divieto sarà valido fino al 31 agosto, salvo successivi provvedimenti.

Vista l’eccezionale ondata di caldo che sta colpendo il nostro territorio, l’ordinanza ha come obiettivo quello di tutelare la salute dei lavoratori, dal momento che la prolungata esposizione al sole potrebbe provocare stress termico e colpi di calore.

La mancata osservanza degli obblighi indicati nell’ordinanza comporterà le sanzioni previste per legge (art. 650 c.p.), se il fatto non costituisce più grave reato.

Quali sono le attività fisiche intense

A titolo esemplificativo, riportiamo un elenco delle attività fisiche che sono ritenute intense:

  • Lavoro intenso con braccia e tronco; portare materiale pesante;
  • Lavoro che richiede l’uso di asce o pale per spalare o scavare a ritmo intenso;
  • Lavorare con martello;
  • Segare, piallare o scalpellare legno duro;
  • Falciatura a mano, scavo;
  • Camminare ad una velocità tra 5,5 e 7,0 km/h;
  • Spingere o tirare carri e carriole con carichi pesanti;
  • Disporre blocchi di cemento;
  • Salita ripetuta di scale a gradini o a pioli.

 

Misure preventive e protettive per diminuire il rischio calore

  • Mantenere un termometro ed un igrometro a disposizione in cantiere;
  • Programmare pause indicativamente 10 m’/ora, programmate dall’impresa ed attuate dal preposto, non lasciandole alla determinazione del singolo lavoratore, in un luogo possibilmente fresco o comunque in aree ombreggiate. In assenza di aree ombreggiate (stesura asfalto), prevedere ombrelloni da cantiere;
  • Programmare i lavori più faticosi in orari con temperature più favorevoli;
  • Programmare sospensione dei lavori nelle ore più calde;
  • Programmare una rotazione nel turno fra i lavoratori esposti;
  • Garantire la disponibilità di acqua nei luoghi di lavoro ad uso potabile, con aggiunta di integratori minerali per il rinfrescamento dei lavoratori nei periodi di pausa
  • Evitare lavori “isolati”;
  • Programmare i turni di lavoro dei lavoratori maggiormente “fragili”, nelle ore meno calde con pause programmate più lunghe oppure la sospensione dal lavoro;
  • Prevedere il divieto di assunzione di bevande alcoliche.

Importante adottare anche dispositivi di protezione individuale come:

  • Mettere a disposizione idonei dispositivi di protezione individuali:
  • Cappelli a tesa larga e circolare per la protezione di capo, orecchie, naso e collo;
  • Occhiali per protezione dai raggi solari;
  • Abiti leggeri di colore chiaro e di tessuto traspirante (cotone);
  • Abiti ad alta visibilità in cotone;
  • Scarpe di sicurezza/protezione di modello estivo;
  • Creme protettive solari [UV].

Ogni datore di lavoro è invitato a rispettare quanto riportato nell’ordinanza regionale. Ricordiamo, inoltre, che in questo periodo è molto intensa l’attività ispettiva ad opera di ITL, ASL e forze dell’ordine.

M&W Veronesi e Associati


Business intelligence

L'importanza della business intelligence nella gestione aziendale

La capacità di raccogliere, analizzare e interpretare grandi quantità di informazioni e dati è diventata una competenza essenziale per le aziende di ogni dimensione.

Gli strumenti di Business Intelligence (BI) giocano un ruolo fondamentale in questo contesto, fornendo alle imprese le capacità necessarie per trasformare i dati in informazioni strategiche.

Vantaggi della Business Intelligence (BI)

La Business Intelligence comprende una vasta gamma di tecnologie, applicazioni e pratiche per la raccolta, l’integrazione, l’analisi e la presentazione dei dati aziendali.

Gli strumenti di BI permettono di:

  • Aggregare e mettere in correlazione dati da diverse fonti: unificare le informazioni provenienti da sistemi di gestione aziendale, database, fogli di calcolo e altre fonti;
  • Visualizzare i dati in modo intuitivo: utilizzare dashboard, grafici e report interattivi che rendono i dati comprensibili e accessibili;
  • Analizzare trend e performance: identificare indicatori, tendenze e anomalie che influenzano e contribuiscono alle decisioni strategiche;
  • Supportare decisioni basate sui dati: fornire informazioni che possano guidare le decisioni operative e strategiche in modo oggettivo e tempestivo.

In passato, le soluzioni di Business Intelligence erano spesso considerate troppo costose e complesse. Oggi esistono soluzioni scalabili e flessibili, adattabili alle esigenze specifiche delle PMI. Questi strumenti consentono di:

  • Implementare rapidamente soluzioni BI: senza la necessità di costose infrastrutture hardware e software;
  • Ridurre i costi di gestione;
  • Accedere a funzionalità avanzate: come analisi predittiva, machine learning e intelligenza artificiale integrate negli strumenti di BI;
  • Miglioramento dei processi.

Scelte basate sui dati

Attraverso gli strumenti di Business Intelligence, le aziende possono prendere decisioni basate su dati concreti e analisi approfondite, riducendo la dipendenza dall’intuito. Questo approccio “data-driven” consente di valutare in modo accurato le performance passate, comprendere le dinamiche attuali e prevedere tendenze future.

Per esempio, si potrebbero analizzare i trend di acquisto dei clienti, identificare i prodotti/servizi più popolari in determinati periodi o individuare i clienti più redditizi, ottimizzando le strategie di conseguenza.

Si potrebbero monitorare i tempi di produzione e i tassi di scarto, suggerendo tempestivamente misure correttive che riducano i costi e aumentino la produttività.

Si potrebbero verificare i margini e verificare lo scostamento dal budget.

Business Intelligence e controllo di gestione

La BI fornisce una visione chiara e trasparente delle performance aziendali, rendendo più facile il monitoraggio degli obiettivi e la valutazione dei risultati. Questo livello di trasparenza facilita il controllo di gestione e assicura che tutta l’organizzazione sia allineata con gli obiettivi aziendali.

L’integrazione degli strumenti di Business Intelligence nel controllo di gestione è un passo indispensabile per le aziende che vogliono mantenere la competitività e garantire la crescita della propria impresa.

La tecnologia moderna ha reso accessibili queste potenti soluzioni anche alle piccole e medie imprese, offrendo opportunità senza precedenti per migliorare il processo decisionale e aumentare l’efficienza operativa.

Competenze specifiche e mente aperta

Per sfruttare appieno il potenziale della Business Intelligence è importante acquisire competenze specifiche, essere aperti al cambiamento e acquisire la forma mentis necessaria ad affrontare sfide del mercato attuale in linea con quanto richiesto dalla normativa sugli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili.

 

A cura di Simone Vincenzi


Congedo parentale. Maggiorazione 8o percento

Congedo parentale: maggiorazione all’80% nella domanda

Nel 2024 i neogenitori possono beneficiare di un secondo mese di congedo parentale retribuito all’80 per cento.

La novità è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2024, che ha previsto una seconda maggiorazione dell’indennità elevando dal 30 al 60 per cento la retribuzione prevista per uno dei mesi di congedo spettanti. Solamente per il 2024, questa indennità è stata elevata all’80 per cento.

Nella circolare n.57 dello scorso aprile, l’INPS ha fornito tutte le istruzioni operative per la presentazione delle domande. Con il messaggio interno n.2283, l’Istituto ha annunciato l’implementazione di nuove funzionalità della procedura di domanda.

Quali le novità principali

Le novità riguardano in particolare alcuni aggiornamenti procedurali per la presentazione delle domande e la lavorazione delle pratiche per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti con fruizione oraria e giornaliera.

Il sistema di gestione delle richieste è stato infatti aggiornato per accogliere anche le domande che già indicano la volontà di fruire della maggiorazione dell’indennità.

Cosa fare per richiedere l’indennità con aliquota maggiorata

Per richiedere l’indennità con aliquota maggiorata è sufficiente spuntare la casella “si” nella nuova dichiarazione “Dichiaro di voler richiedere l’indennizzo con aliquota maggiorata” inserita nella pagina “Dati domanda”.

Inoltre, nel caso in cui la data del parto oppure la data ingresso in famiglia per affidamento/adozione ricada nel 2022, è necessario inserire almeno una delle seguenti date:

  • Data dell’ultimo giorno di congedo di maternità fruito come dipendente del settore pubblico o privato per il minore;
  • Data dell’ultimo giorno di congedo di paternità alternativo fruito come dipendente del settore pubblico o privato per il minore;
  • Data dell’ultimo giorno di congedo di paternità obbligatorio per il minore.

Come presentare la domanda

La domanda deve essere presentata esclusivamente in modalità telematica, attraverso uno dei seguenti canali:

  • Online dal sito dell’Istituto, accedendo con credenziali SPID, CIE o CNS;
  • Tramite il Contact Center, chiamando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori);
  • Tramite gli Istituti di Patronato.

Maggiorazione senza diritto

Tra le novità si segnala che, nel caso in cui i genitori richiedano la maggiorazione all’80 percento senza averne diritto, l’INPS provvederà a sospendere l’erogazione dell’indennità anche quella ordinaria al 30 per cento, finché non verrà modificata la domanda.

La procedura, infatti, non indennizza automaticamente con l’aliquota base, ma chiede di rimuovere la richiesta dal tab “Aliquota maggiorata”.

Si ricorda che il secondo periodo indennizzato con maggiorazione possono essere richiesti sia dalla madre sia dal padre, alternativamente, entro i 6 anni di vita del bambino o della bambina a condizione che il periodo di congedo di maternità o paternità sia terminato dopo il 31 dicembre 2023.

La procedura accoglie una pratica con una sola aliquota maggiorata tra quelle applicabili in base alla decorrenza e al periodo richiesto:

  • 80 per cento primo mese (come previsto dalla Legge di Bilancio 2023);
  • 80 per cento ulteriore mese (come previsto dalla legge di Bilancio 2024 solo per l’anno in corso);
  • 60 ulteriore mese (come previsto dalla legge di Bilancio 2024 dal 2025 e se non fruito nel 2024).

L’applicabilità di ciascuna aliquota maggiorata viene valutata in base alle seguenti date:

  • Data del parto/ingresso in famiglia;
  • Date presenti nel tab “Dichiarazioni” relative alla dichiarazione “Di voler richiedere l’indennizzo con aliquota maggiorata”;
  • Periodo della pratica.

L’INPS specifica che i periodi che non possono essere interamente indennizzati con la stessa aliquota dovranno essere suddivisi.

 

M&W Veronesi e Associati