Nell’articolo di questa settimana iniziamo a parlare di pianificazione, di progetti e di previsioni.

Tutto quello che deve saper fare il buon imprenditore per non ritrovarsi in situazioni intricate e irrimediabili.

Mi capita abbastanza spesso di essere chiamato a risolvere situazioni aziendali compromesse. Aziende che hanno già conclamati i sintomi dell’insolvenza e versano in una situazione che purtroppo non è più rimediabile. Per meglio dire, è in parte rimediabile ma a prezzo di grossi sacrifici che possono andare dal tagliare i “rami secchi e improduttivi” a quelli di vendere importanti asset aziendali per recuperare le risorse necessarie ad un rilancio.

Il tutto a condizione che, l’azienda una volta sistemata, possa recuperare la marginalità necessaria a ripagare i debiti arretrati. Ma se non c’è marginalità è meglio lasciar perdere e pensare alla liquidazione dell’azienda o al ricorso a procedure concorsuali.

Purtroppo, capita di frequente che sia lo stesso imprenditore il maggior ostacolo al risanamento, perché non vuole rinunciare ad alcuni beni, ad esempio:

  • al sudato capannone che magari è gravato di un mutuo di pari valore;
  • oppure rinunciare a servire determinati clienti che non danno marginalità;
  • o rinunciare a svolgere certe attività, perché significherebbe ridimensionare l’azienda che è vista comunque come una sconfitta.

L’imprenditore spesso non è disposto a seguire il consulente, perché vive in una situazione in cui non riesce a capacitarsi del tracollo. Non vuole nemmeno capire che non è sufficiente rivolgersi ad un “buon commercialista” (ammesso che lo sia) per risolvere qualsiasi problema.

La mancanza da parte dell’imprenditore della conoscenza dei numeri della propria azienda e l’aver agito per tanto tempo (a volte una vita intera) senza mai aver fatto una seria pianificazione possono portare a situazioni di crisi grave e irreversibile.

Crisi che si manifesta lentamente, erodendo le risorse dell’azienda, senza grossi traumi apparenti ma con un deterioramento continuo e inesorabile, finché la situazione di insolvenza scoppia quasi improvvisamente lasciando l’imprenditore incredulo e impotente.

Analisi e conoscenza dei numeri

Le situazioni compromesse non si possono risolvere, ma sicuramente si possono prevenire. Semplicemente analizzando bene i conti dell’azienda e facendo piani preventivi.

Il buon imprenditore dovrebbe ogni anno fare un budget preventivo ipotizzando come andrà la gestione della propria azienda nell’anno che viene. E’ vero che non si potrà sapere come andranno gli affari, quanti ordini arriveranno ecc.. ma partire con un quadro di previsione, da monitorare mese per mese per capire l’andamento aziendale è importante. Perché fa capire dove le proprie convinzioni erano sbagliate e perché si erano formulate ipotesi che non si sono realizzate.

E’ un importante punto di riflessione che porta l’imprenditore alla crescita e alla consapevolezza.

Budget economico

Il Budget economico è il documento più semplice da predisporre. Si prende il conto economico dell’esercizio appena chiuso (o in chiusura) e si revisionano le voci scrivendole in una colonna accanto, come nell’esempio che segue, cercando di ipotizzare costi e ricavi (clicca sull’immagine per ingrandire).

Ogni trimestre si potrà analizzare l’andamento, quantificare gli scostamenti e cercare di capire a cosa sono dovuti. Facciamo un esempio di avanzamento del budget al secondo trimestre dell’anno (clicca sull’immagine per ingrandire):

A cura di Egidio Veronesi