Per imprenditori e professionisti ottobre è il mese ideale per fare il punto sulle previsioni reddituali della propria attività e per fermarsi a ragionare con il proprio consulente sulle prospettive future.

Alle spalle ci sono tre trimestri che forniscono già un bilancio significativo dell’anno in chiusura e davanti c’è ancora un trimestre che può permettere margini di manovra per correggere il tiro qualora fosse opportuno.

È il tempo giusto anche per valutare quale reddito si potrà presumere per l’anno in chiusura partendo dal risultato in formazione al 30/9 e quali comportamenti si potranno mettere in campo per prepararsi alla conclusione del 2023. Nella valutazione sarà utile anche il confronto con i dati dell’anno precedente.

Potrà essere, inoltre, l’occasione per ragionare anche su nuove strategie da adottare in previsione del nuovo anno, oltre che su eventuali modifiche da apportare alla propria attività, su variazioni da prevedere nella forza lavoro, sull’opportunità di costituire o modificare una società etc.

Alcune "pillole" utili

Ogni cliente dello Studio verrà valutato in base alle proprie caratteristiche, ma in linea di massima riportiamo alcune “pillole” utili ai fini della previsione di reddito per l’anno 2023:

  • per i contribuenti in regime forfettario: ricordiamo che dal 2023 il limite di ricavi per la permanenza nel regime agevolato è stato innalzato a 85.000 euro e si dovrà tener conto solo delle fatture emesse e incassate nell’anno (principio di cassa), rinviando ai successivi anni quelle incassate oltre il 31/12/2023;
  • per i contribuenti in regime semplificato: in genere vige la presunzione che incidano sul reddito dell’anno in chiusura le fatture di acquisto che vengono ricevute tramite il canale elettronico entro il 31/12/2023. Pertanto, per trovarsi i costi nell’anno bisognerà programmare per tempo la fornitura o accordarsi sulla data di invio allo SdI per evitare che slittino all’anno successivo. Inoltre, ricordiamo che ormai da anni le rimanenze finali non rappresentano più una componente di reddito; quindi, un acquisto di merci effettuato a fine anno risulta un abbattimento del reddito di pari importo;
  • per i contribuenti in regime semplificato e ordinario: solo per il 2023 sarà possibile applicare un nuovo meccanismo di tassazione, c.d. flat tax incrementale, prevista con l’intento di alleggerire la pressione fiscale su chi nel 2023 dichiarerà un reddito in aumento rispetto al triennio 2020-2022. Si tratta di un’assoluta novità che prevede il pagamento di un’aliquota del 15% sulla quota di reddito maturato nel 2023 in eccedenza rispetto al più elevato tra quelli del triennio precedente, al netto di un correttivo del 5%. Per poter quantificare il vantaggio rispetto al metodo usuale occorre un calcolo personalizzato, ma sarà comunque molto appetibile rispetto alla tassazione ordinaria.

Obiettivo finale

Obiettivo finale di queste valutazioni sarà una previsione reddituale e di bilancio al 31/12/2023 che dovrà essere monitorata nei prossimi mesi per verificare di centrare quanto ci si era proposto.

Perché il cambiamento non deve essere subito, ma va governato anche con una semplice programmazione.

A cura di Franco Meletti