Questa settimana proseguiamo nell’analizzare un conto economico dal quale risultano evidenti segni di criticità.

Come mostrato negli articoli precedenti il dato che viene prima all’occhio è la differenza tra valore e costo della produzione (voce A – B), che rappresenta la capacità dell’azienda di creare ricchezza. Questa capacità a volte può venire meno a causa di molteplici fattori che possono essere ad esempio:

  • Mutamento delle condizioni di mercanto che incidono negativamente sulla marginalità dei prodotti venduti;
  • Perdita di quote di mercato a causa dell’incapacità dell’azienda di interpretare le necessità e le esigenze dei propri clienti, che decidono di rivolgersi ad altri;
  • Fine vita dell’azienda, che ha terminato il suo ciclo per questioni interne (passaggio generazionale incompiuto o fallimentare) o esterne (ad esempio mercato che viene a mancare in conseguenza dell’uscita di nuovi prodotti).

Cosa fa un buon imprenditore

Il buon imprenditore sa cogliere i segnali di inversione di un trend positivo e attua le misure necessarie a recuperare quote di mercato, a correggere la gestione dell’azienda, oppure, se non è possibile mantenere in vita l’azienda, dovrà decidere di liquidarla per non danneggiarne il valore economico e anche per non danneggiare terzi, qualora non sia in grado di pagare i creditori.

Ciò che va tenuto presente è che una situazione economica negativa divora la liquidità dell’azienda e il suo perdurare nel tempo finirà per portarla alla bancarotta.

L'errore più grave in assoluto

L’errore più grave in assoluto di un imprenditore è non cogliere i segnali di crisi e di non porci rimedio, sperando che le cose possano cambiare.

È la stessa sindrome che tiene seduto un giocatore di carte che continua a perdere e spera di rifarsi. Nella gestione di un’azienda non c’è nulla di più sbagliato. Appena si vede che le cose non funzionano e non c’è modo di risolvere i problemi di economicità della gestione bisogna alzarsi dal tavolo di gioco e mettere in liquidazione la propria azienda.

Fermarsi in tempo è d’obbligo e se non lo si fa si incorre spesso in reati per i danni che vengono arrecati ai terzi (creditori).

Passiamo ora all'esame del conto economico di questa settimana

Commento

L’art. 2423-bis del c.c. sancisce che nella redazione del bilancio di esercizio si tenga conto “dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento”. L’art. 92, comma 1, del TUIR, inoltre, stabilisce che le variazioni delle rimanenze finali dei beni rispetto alle esistenze iniziali concorrono a formare il reddito di esercizio.

Interpretando i due precedenti articoli e utilizzando quanto detto nelle passate pubblicazioni in merito al calcolo delle rimanenze, possiamo comprendere perché nonostante i ricavi delle vendite della produzione siano pari a 206k il valore totale della produzione sia pari a soli 17k euro.

Rinfreschiamoci la memoria su come si calcolano le variazioni delle rimanenze:

Variazione delle rimanenze = RIMANENZE FINALI – RIMANENZE INIZIALI

 

se il risultato della sottrazione è un valore negativo ciò significa che il valore delle rimanenze a fine esercizio è inferiore al valore che queste stesse rimanenze avevano all’inizio del medesimo esercizio.

Cioè, una parte delle merci che sono state vendute nel corso del 2021 sono state prodotte in esercizi precedenti, quindi riprendendo quanto sancito dal TUIR, tali rimanenze avranno già contribuito alla formazione del reddito d’esercizio nell’anno in cui si sono formate e quindi indipendentemente dal fatto che queste siano state vendute solo nel corso del 2021 dovranno essere sottratte dai ricavi delle vendite.

Ricavi delle vendite 206.868
Variazione delle rimanenze di prod. finiti – 200.509
Altri ricavi e proventi  + 10.983
Totale valore della produzione 17.342

Sottraendo dal totale valore della produzione i costi dell’esercizio si ottiene il primo risultato intermedio (A- B) pari a -79k al quale vengono poi sottratti gli oneri finanziari per determinare la perdita di 90k euro.

Nell’esempio mostrato risulta evidente la difficoltà dell’impresa nel riuscire a stare sul mercato a causa delle entrate troppo basse probabilmente a causa dell’ incapacità di interpretare le necessità e le esigenze dei propri clienti e del mercato.

A cura di Andrea Bergonzoni