Negli articoli precedenti ho spiegato come viene redatto lo stato patrimoniale e cosa rappresenta.

In sostanza è una specie di “inventario” che viene fatto a una certa data e che comprende tutti i beni e tutti i debiti dell’azienda. Si fa solitamente alla fine dell’esercizio, in modo da avere una situazione che può essere confrontata con quella degli anni passati e futuri.

Quando la somma dei crediti, delle disponibilità finanziarie e dei beni aziendali (che formano le attività) risulta superiore alla somma dei debiti (le passività) significa che c’è un patrimonio netto “positivo”, quindi le cose non vanno troppo male.

Quando, invece, la somma delle attività è inferiore alle passività abbiamo un patrimonio netto “negativo”, detto più comunemente “deficit patrimoniale”.

Esempio 1

Facciamo di seguito un esempio che raffigura crediti e debiti come masse, utilizzando dei rettangoli la cui dimensione rappresenta la somma dei valori che raggruppa:

Non facciamoci confondere dal fatto che il patrimonio netto è collocato nella sezione di destra dello stato patrimoniale. Esso rappresenta unicamente la differenza tra ATTIVO e PASSIVO.

Nel prospetto rappresentato, se i valori indicati nell’attivo e nel passivo sono corretti, potrò decidere di chiudere la mia azienda senza troppi problemi e senza debiti.

Esempio 2

Rappresentiamo ora una situazione patrimoniale dove i debiti sono maggiori dei crediti. La differenza tra le due masse rappresenta il “deficit patrimoniale”, ovvero la somma che dovrei sborsare per pagare tutti i creditori in caso di chiusura dell’azienda.

L’entità del patrimonio netto è valutata attentamente dalle banche così come dal giudice quando l’azienda entra in una procedura concorsuale. L’imprenditore che ha un patrimonio netto negativo dovrà quindi preoccuparsi.

Esistono aziende che continuano a lavorare con un patrimonio netto negativo?

La risposta, purtroppo, è sì.

Tante aziende hanno un patrimonio netto negativo ma riescono a continuare l’attività pagando anche regolarmente i propri impegni, questo perché le loro entrate riescono a bilanciare le uscite.

Come è possibile? Magari si è ricorsi a un finanziamento indebitando l’azienda, senza indagare sul perché il debito aumenta. Spesso purtroppo gli imprenditori non approfondiscono le cause della perdita del capitale della propria azienda e continuano ad accumulare debiti che non percepiscono.

Come, ad esempio, quando si accumula debito sotto forma di TFR dei dipendenti o sotto forma di debiti tributari che riescono a tamponare rateizzando. Alla fine, però, le cose peggiorano e prima o poi si arriva alla resa dei conti.

A cura di Egidio Veronesi