L’imprenditore deve avere consapevolezza dell’andamento della propria impresa.

Come già scritto in passato, purtroppo, esistono ancora imprenditori che affermano: “io mi occupo di produrre e servire i clienti. Della contabilità non so niente e si occupa di tutto la mia impiegata.”

Se però la “classica impiegata” viene istruita a fornire dati all’imprenditore, questi avrà una serie di importanti informazioni per migliorare la propria attività.

Durata media dei crediti

Partiamo oggi a spiegare un semplice indicatore patrimoniale: la durata media dei crediti.

Molte situazioni di crisi aziendale si verificano per le difficoltà finanziarie che a volte sono imputabili a una cattiva gestione del credito.

Come possiamo controllare la corretta gestione in modo semplice e continuativo?

Vediamo un semplice esempio:

Nel bilancio dell’anno appena concluso (il 2023) si presentano questi dati:

  • fatturato euro 1.200.000
  • crediti commerciali euro 375.000

Supponiamo che l’intero fatturato sia soggetto a Iva al 22% e quindi nell’anno 2023 abbiamo emesso fatture per 1.200.000 + Iva al 22% = 264.000.

Fatturato Iva compresa euro 1.464.000 che coincide esattamente con i crediti verso clienti sorti nell’anno solare.

A questo punto sarà sufficiente dividere il totale dei crediti al 31/12/2023 (euro 375.000) per il totale del fatturato, Iva compresa, (euro 1.464.000) e moltiplicare il risultato ottenuto (0,2561) per i giorni dell’anno (365 giorni) e otteniamo il risultato finale arrotondato di 93 che rappresentano il tempo medio d’incasso, espresso in giorni, dei crediti verso clienti. Incassiamo quindi dai clienti in media in 93 giorni!

375.000 : 1.464.000 x 365 = 93

Il dato ottenuto non è preciso in senso assoluto. Per una maggiore correttezza occorrerebbe:

prendere il valore dei crediti di fine mese degli ultimi 12 mesi, sommarli e dividerli per 12 (per avere la media aritmetica). Già però utilizzando il valore di fine esercizio otteniamo un’ indicazione molto interessante.

Come usare la durata media dei crediti

Arrivati a questo punto la domanda è: una volta conosciuto questo dato della nostra impresa che utilizzo ne facciamo?

Proviamo a dare due suggerimenti:

  • Per prima cosa calcoliamo il dato alla fine di ogni trimestre solare (ma se vogliamo anche ogni mese) utilizzando il valore dei crediti alla fine del periodo considerato (ad esempio il 31 marzo per il primo trimestre solare). Prendiamo anche il valore del fatturato (Iva compresa) degli ultimi 12 mesi (2°, 3° e 4° trimestre dell’anno precedente e il 1° trimestre dell’anno in corso). Se rileviamo la durata media dei crediti ogni trimestre e vediamo che aumenta (da 93 a 95 e poi 97 e poi 105 ecc.) capiamo che la nostra gestione del credito sta peggiorando e che occorre analizzare i singoli clienti e intervenire. Se il dato diminuisce significa che la gestione del credito migliora.

 

  • Un’altra cosa che possiamo fare è prelevare dalla Camera di commercio i bilanci delle società nostre concorrenti, paragonabili in termini di fatturato, territorio, clientela ecc. (ogni buon imprenditore deve sapere chi sono i suoi concorrenti) e poi calcoliamo la loro durata media dei crediti e paragoniamola con quella della nostra azienda. È un dato molto semplice da rilevare dai bilanci in formato CEE. Dal confronto fatto possiamo capire se siamo allineati con i competitor e avere consapevolezza se siamo più o meno bravi di loro nel gestire il credito.

Se ad esempio la media di incasso dei nostri competitor è 95 giorni, possiamo fissare questa regola: appena la durata media di incasso supera 100 giorni si deve accendere il semaforo rosso!

Strumenti a disposizione dell'imprenditore

Ovviamente il monitorare l’andamento della durata media dei crediti è uno dei tanti strumenti a disposizione dell’imprenditore per prevenire la crisi della propria impresa. Non va trascurato il fatto che il credito più è vecchio più ha probabilità di deteriorarsi.

La prossima settimana vedremo altri indicatori che possono aiutarci a prevenire la crisi dell’impresa.

A cura di Egidio Veronesi