Martedì 16 luglio si è svolto il consueto meeting estivo M&W. Ospite di quest’anno è stata Francesca Corrado fondatrice della “Scuola di fallimento”.

Insieme a lei abbiamo affrontato il tema dell’errore a partire dalla seguente affermazione:

“l’errore più grande è la paura di sbagliare”.

Cambiamenti e sbagli

Il nostro studio negli ultimi anni è stato protagonista di diversi cambiamenti: nuovi ingressi, nuove collaborazioni, novità e investimenti dal punto di vista tecnologico e tanto altro.

Questo ha implicato per la maggior parte dei collaboratori e dei professionisti rimettersi in gioco, abbandonare la propria zona di comfort spingendosi al di là del proprio confine di sicurezza. Il cambiamento non è semplice, non sempre piace e non sempre viene accettato ma, il più delle volte, è inevitabile e necessario. Mettersi in gioco comporta anche imparare cose nuove, correndo il rischio di sbagliare e, si sa, sbagliare non piace a nessuno.

L’intervento di Francesca ha permesso a tutti i professionisti e collaboratori di M&W di riflettere su un argomento, quello dell’errore e del fallimento, che ad oggi viene vissuto ancora come un tabù. Come se errare non fosse umano e non fosse ammesso.

L'errore come atto di innovazione

Grazie a Francesca abbiamo acquistato maggior consapevolezza sul perché come individui e organizzazioni abbiamo paura di sbagliare e abbiamo capito che, in realtà,

“l’errore può essere un atto di innovazione”

se si è in grado di trasformarlo in opportunità sfruttando sia il pensiero razionale che emozionale.

Non siamo i nostri errori

Nessuno è immune dal commettere errori e spesso il fallimento è una possibilità non contemplata. Tuttavia, il più delle volte, il successo è intessuto di sconfitte ed è proprio da queste sconfitte che spesso si generano cose nuove e inaspettate. Sta ad ognuno di noi raccogliere dai propri errori le informazioni necessarie per cambiare prospettiva, con la consapevolezza che noi non siamo i nostri errori, ma siamo ciò che di bello riusciamo a generare da essi.

 

A cura di Rebecca Molinari