Alice Bregoli: laureata in economia presso l’università di Ferrara. Da più di vent'anni ti occupi di consulenza fiscale, redazione di bilanci, dichiarazioni fiscali e operazioni straordinarie.

Qual è stato il cambiamento più significativo che hai notato in questi anni nel tuo mestiere?

Il grande salto tecnologico, l’intensificarsi degli adempimenti e la velocità del cambiamento. Da qui la necessità di offrire una consulenza più “su misura” al cliente. Differenziarsi nei servizi offerti, calarsi nelle realtà aziendali per cogliere punti di forza (miglioramento) e punti di debolezza (riorganizzazione, controllo di gestione etc.).

Nel corso degli anni i commercialisti hanno dovuto concentrare la propria attività anche, e soprattutto, sull’aggiornamento e sull’approfondimento della normativa fiscale e contabile.

Come conciliare lavoro e formazione, considerando la velocità con cui cambiano alcune normative?

Non è facile. Il nostro è un lavoro che richiede tempo.  Tempo per studiare, approfondire, stare aggiornati ma soprattutto l’economia non è una scienza certa come la matematica, quindi la materia spesso lascia spazio a diverse interpretazioni normative, da qui l’importanza del confronto con i colleghi e del lavoro di squadra.

Lo Studio in questo senso, aggregando tante risorse, riesce a intercettare le novità fiscali e contabili in tempo reale e attraverso un sistema capillare di profilazione clienti a diffonderle attraverso circolari settimanali mirate.

Come vedi il futuro delle imprese in Italia, considerando anche, e soprattutto, la pressione fiscale presente nel nostro paese?

La pressione fiscale è una costante del nostro paese.

Gli imprenditori lamentano un calo dei profitti dovuto ad un costante aumento dei prezzi della materia prima, degli approvvigionamenti e alla forte concorrenza del commercio elettronico. Il futuro del mercato però sta andando in questa direzione; occorre che le imprese investano costantemente in tecnologia per stare al passo con i tempi.

L’impresa statica che vive dei risultati di generazioni precedenti non è più attuale. La nuova dimensione è smart, fatta di collaborazioni, network di imprese le cui caratteristiche sono la flessibilità, dinamicità intesa come capacità di adattarsi rapidamente al continuo cambiamento del mercato. Credo che il nostro Paese si stia muovendo molto lentamente in questa direzione.

Nel 2022 i praticanti commercialisti hanno registrato l’ennesimo trend negativo. Gli iscritti alla sezione del registro dedicata ai tirocinanti, infatti, sono calati dell’8,4% rispetto al 2021 e, in generale, questa professione sembra avere poco appeal sui giovani.

Tuttavia, lo Studio M&W sembra registrare una tendenza diversa e contraria, considerando il notevole numero di giovani under 35 presenti nelle varie sedi. Secondo te per quale motivo?

L’attrattività dello Studio M&W per i giovani è dettata indubbiamente dalla grande dimensione. Un grande studio offre indubbiamente maggiori possibilità di crescita professionale. A questo si aggiunge l‘immagine consolidata sul territorio dettata dai 40 anni di costante presenza sul mercato.

Tutto questo credo renda accattivante lo Studio agli occhi di un giovane che si affaccia sul mercato del lavoro.

La mia collaborazione con lo Studio dura da oltre 20 anni, ho partecipato attivamente alla crescita di M&W, fiera ed orgogliosa di farne parte. La grande sfida dello Studio è quella di trasmettere ed infondere nelle nuove leve questo spirito di appartenenza al gruppo. Grandi risultati si ottengono solamente se ci si sente parte attiva del progetto M&W.

M&W negli ultimi anni è cresciuto notevolmente in termini di organico e fatturato e l’obiettivo è quello di crescere ancora.

Cosa è necessario per garantire una crescita equilibrata e organica? Ma, soprattutto, a tuo avviso, sarà l’aggregazione a garantire futuro e stabilità agli studi di commercialisti in Italia?

Per garantire una crescita equilibrata e organica credo sia necessaria una chiara definizione dei ruoli, un organigramma aziendale condiviso a tutti i livelli, un controllo di gestione interno puntuale e costante.

Definizione di obiettivi chiari e misurazione delle performance dei team di lavoro a cui commisurare un’adeguata remunerazione.

Intervista a cura di Rebecca Molinari