Partendo dai termini per il versamento delle imposte, l’art. 37 del D.lgs 13/2024 ha prorogato per i soggetti Isa, ossia per tutte le partite IVA, compresi i contribuenti forfetari e minimi, oltre che a soci di imprese soggette agli Isa, la scadenza per il versamento del saldo 2023 e della prima rata dell’acconto 2024 delle imposte sui redditi e dell’Irap dal 30/06/2024 al 31/07/2024 senza alcuna maggiorazione.
Flat tax e CPB
Gli importi che si andranno a versare saranno influenzati dall’applicazione o meno della tassa piatta (Flat tax) incrementale e dalla adesione o diniego al concordato preventivo biennale (CPB) che rispettivamente influiranno sul calcolo del saldo imposte 2023 e la determinazione degli acconti dovuti per l’anno d’imposta 2024.
I soggetti che esercitano attività d’impresa o di lavoro autonomo in forma individuale, che nel 2023 hanno applicato il regime ordinario, in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi possono verificare le condizioni per fruire della Flat tax incrementale e, in caso positivo, valutare la convenienza ad aderire o meno, per il solo anno di imposta 2023. Rimangono esclusi dalla misura redditi delle società di persone, imputati ai soci per “trasparenza” oltre che i contribuenti che nel 2023 hanno aderito al regime forfetario.
Non perdono invece la possibilità di optare per tale strumento coloro che hanno applicato il regime forfetario o dei minimi dal 2020 al 2022 (in uno o più anni).
Nello stesso contesto, tutte le partite Iva soggette agli ISA dovranno valutare se rispettano le condizioni di accesso al concordato preventivo biennale (CPB) e la convenienza ad aderire al nuovo strumento per il biennio 2024-2025. In via sperimentale, per i contribuenti in regime forfetario, è prevista l’applicazione del Concordato preventivo limitatamente a un solo anno. Pertanto, in caso di accettazione, la proposta di concordato vincola esclusivamente per l’anno d’imposta 2024.
Scadenze
- Entro il 15 giugno 2024 (successivamente sarà il 1° aprile di ogni anno) l’ Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti specifici programmi per l’acquisizione dei dati utili all’elaborazione della proposta di concordato.
- Entro il 15 ottobre 2024 (successivamente entro il termine per il versamento delle imposte) tutti i soggetti interessati dovranno decidere se aderire o meno. Chi sposerà la proposta elaborata dall’ Agenzia delle Entrate sarà tenuto a dichiarare gli importi concordati in dichiarazione dei redditi e IRAP per i periodi d’imposta interessati. Tali soggetti sapranno quindi in anticipo le imposte dovute per il 2024 e per il 2025 e saranno considerati irrilevanti gli eventuali maggiori (o minori) redditi incassati rispetto a quelli oggetto di concordato.
Il decreto non pone limiti e non prevede tra le cause di esclusione o decadenza, la variazione del regime fiscale (che quindi può passare da ordinario a forfettario o viceversa). È invece una causa di cessazione del CPB la modifica dell’attività svolta nel corso del biennio concordatario rispetto al periodo che lo precede.
Novità
Ulteriore novità prevista per la prossima scadenza del versamento delle imposte riguarda la rateizzazione del versamento del saldo e dell’acconto relativo alle imposte e ai contributi che dovrà seguire i seguenti criteri:
- L’individuazione, per tutti i contribuenti, di un’unica data di scadenza – corrispondente al giorno 16 di ogni mese – entro la quale effettuare il pagamento delle rate mensili successive alla prima;
- Il differimento – dal mese di novembre al mese di dicembre – del termine ultimo entro il quale perfezionare la rateizzazione dei versamenti dovuti a titolo di saldo e acconto;
- Determinazione del numero di rate in cui è possibile suddividere il debito, non superiore al numero di mesi che intercorrono nel periodo compreso tra la data di scadenza e il giorno 16 del mese di dicembre.
A cura di Elisa Ghelfi