Cosa fare in caso di crisi aziendale?

Quando si manifestano i segnali di crisi aziendale occorre mettere subito mano ai propri “conti” e capire cosa si può o non si può fare per rimediare.

Va premesso che per capire se la propria impresa è in crisi occorre prima considerare che:

  • deve essere presente un sistema di indicatori di “alert come ad esempio: fatturato mensile, incassi da clienti, situazione bancaria, andamento dei pagamenti ecc. che ci permettono periodicamente di conoscere lo stato dell’azienda;
  • il “buon imprenditore” deve leggere costantemente e attentamente l’andamento degli indicatori oltre a fare le opportune valutazioni.

Se mancano le premesse riportate qui sopra il “non buon imprenditore” si accorgerà comunque della situazione di crisi, ma molto in ritardo e quindi avrà un campo di azione più ristretto (e sicuramente responsabilità più alte).

Qualunque sia la situazione di crisi, grave o meno grave, per capire cosa fare occorre avere consapevolezza della ricchezza creata o distrutta dalla gestione dell’azienda.

Come capire se l'azienda va bene?

Per capire se l’azienda va bene o meno bisogna partire dal conto economico. Prendiamo un esempio di conto economico sintetico di un’azienda e proviamo ad esaminarlo

Il margine di contribuzione (MDC) è positivo per 135 mila euro. Quindi i costi variabili per produrre sono sensibilmente inferiori ai ricavi e abbiamo una discreta marginalità.
Tuttavia, sul conto economico gravano costi fissi (affitti, personale ecc.) e oneri finanziari per complessivi 275 mila euro per cui alla fine ho una perdita di 70 mila euro.
La gestione ha quindi bruciato ricchezza e creato maggiori debiti per 70 mila euro e la tesoreria aziendale ne risulterà appesantita per un pari importo. Soldi che mancheranno alla fine del mese per effettuare i pagamenti.

Come superare la crisi aziendale?

Il cattivo imprenditore, in difficoltà nel fare i pagamenti alla fine del mese, potrebbe mettere soldi propri (o andare in banca a chiedere nuova finanza) ma non risolverebbe la situazione, anzi.
A volte si usa la scusa che si pagano troppi interessi, ma vedendo i numeri (perdita di 70 mila euro contro interessi per 28 mila) il problema sicuramente non è solo quello.
Il buon imprenditore cercherà invece di capire come far diventare positivo il risultato finale del conto economico individuando una (o molto spesso) più soluzioni.

Dal semplice punto di vista matematico basterebbe aumentare le vendite a condizione che i costi fissi non aumentino. Per coprire costi fissi e interessi (in totale 233 mila euro) dovrei fatturare fino al raggiungimento del break even point (BEP), di cui ho trattato negli articoli precedenti.
A 830 mila euro circa si riuscirebbe a raggiungere il pareggio dei costi.
Se non è possibile aumentare il fatturato senza aumentare i costi fissi si dovrà intervenire su questi costi e ridurli in un qualche modo.

Gli esempi che ho fatto sono molto semplici ed elementari. Nella pratica occorre esaminare le singole voci di conto economico, capire se possono essere aumentati i ricavi, occorre valutare l’andamento del mercato anche in ottica futura e fare una serie di analisi ben più complesse.

Ma il risultato alla fine deve essere sempre lo stesso: la creazione di ricchezza.

Marginalità e ricchezza

Venendo ora alla situazione di crisi aziendale: nel caso sia già stato accumulato uno stock di debiti da affrontare, deve essere ben chiaro che senza marginalità e ricchezza non si va da nessuna parte, perché non si potrà sottrarre liquidità alla gestione corrente per pagare i debiti arretrati.

Se non ci sono prospettive di raddrizzare la situazione occorre passare al “piano B” ed entrare in una diversa ottica di cessione o affitto dell’azienda, aggregazione con altri soggetti per conseguire economie di scala oppure ricorrere alla liquidazione.

Se non ci sono prospettive di marginalità, conviene fermarsi. Meglio stare fermi anziché creare nuovo debito. Purtroppo, a volte l’imprenditore non riesce a fermarsi perché questo significherebbe interrompere il ciclo dei pagamenti e andare in default. Di conseguenza va avanti confidando nella buona sorte o nel recupero, che purtroppo non arriva quasi mai se non si fanno piani adeguati di recupero o ristrutturazione.

Di questo argomento parleremo nel prossimo articolo per poi tornare in seguito a parlare di come intervenire sul conto economico per recuperare la marginalità.

A cura di Egidio Veronesi