ISA è l’acronimo che sta per “Indici Sintetici di Affidabilità fiscale”, ovvero lo strumento di controllo finora utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per valutare il grado di affidabilità delle dichiarazioni dei redditi presentate da tutti i contribuenti con partita IVA, ad eccezione di quelli rientranti nel regime forfettario e di alcuni altri casi particolari.

È la procedura che ha sostituito gli “studi di settore” utilizzati anni fa, ma che parte sempre da un’analisi delle informazioni aggiuntive che vengono richieste nella dichiarazione dei redditi delle imprese e dei professionisti, con l’obiettivo di definire il tipo di attività svolta e dare indicazioni sul reddito fiscale che l’Agenzia può presumere di aspettarsi da quello specifico contribuente.

Reddito presunto e reddito dichiarato

Il confronto fra il reddito presunto e quello effettivamente dichiarato porta all’assegnazione di un punteggio da 1 a 10 che rappresenta un vero e proprio “voto” riferito alla credibilità del reddito dichiarato nell’anno. Questo “voto” tiene conto anche dei risultati ottenuti dallo stesso contribuente nei precedenti periodi di imposta.

Già da alcuni anni l’Agenzia delle Entrate ai contribuenti che conseguono un punteggio alto, in quanto considerati “virtuosi”, riserva una serie di vantaggi premiali come:

  • agevolazioni in caso di richiesta di rimborso o di compensazione dei crediti di imposta,
  • riduzione del periodo entro cui la dichiarazione dei redditi può essere controllata dall’Agenzia delle Entrate,
  • possibilità per le società che hanno un fatturato ritenuto troppo basso rispetto al capitale investito di non subire gli aggravi previsti per le ditte considerate “non operative”, ecc.

Il punteggio ISA sarà ancora più importante

Ma quest’anno il punteggio ISA sarà doppiamente importante perché influenzerà in maniera consistente la proposta di concordato preventivo biennale, che è la vera novità su cui l’Agenzia delle Entrate punta per i prossimi anni e che interessa anche i contribuenti in regime forfettario.

Questa procedura mira a stabilire preventivamente un accordo con l’Agenzia in merito alle imposte che il contribuente si impegna a versare per il successivo biennio.

Per l’anno 2024 verrà inviata dopo l’estate a tutti i titolari di partita IVA una proposta contenente il reddito che l’Agenzia presume dovrà essere tassato nei successivi due anni, eccetto per i contribuenti in regime forfettario per i quali la proposta si limiterà in via sperimentale ad un solo anno. Il contribuente potrà rifiutare questa proposta o accettarla in cambio di una serie di agevolazioni fiscali.

Il calcolo di questo reddito presunto sarà condizionato anche dal “voto” attribuito dagli ISA alla prossima dichiarazione dei redditi. Più alto sarà il voto e più bassa sarà la richiesta di reddito atteso. Bisognerà, quindi, prestare massima attenzione al risultato degli ISA che si otterrà nella dichiarazione dei redditi 2024.

 

A cura di Franco Meletti