Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) è tornato sul tema della PEC personale degli amministratori con la nota n. 127654 del 25 giugno 2025, prorogando il termine per la comunicazione al 31 dicembre 2025.

Questo obbligo, introdotto con la Legge di Bilancio 2025, riguarda gli amministratori di società già costituite al 1° gennaio 2025, che avrebbero dovuto comunicare una PEC personale ed esclusiva al Registro delle Imprese entro il 30 giugno.

Finalità della proroga

La proroga non sembra essere stata dettata soltanto da esigenze pratiche o di calendario, ma anche dalla volontà del Ministero di fare chiarezza sui dubbi interpretativi emersi dopo la nota del 12 marzo 2025 (n. 43836) e di assicurare che le disposizioni normative vengano applicate in modo corretto e uniforme su tutto il territorio nazionale.

In particolare, il Ministero ha riconosciuto che le Camere di Commercio avevano adottato prassi differenti, generando confusione tra imprese e professionisti. La proroga ha la finalità quindi di uniformare l’applicazione della norma e a chiarire definitivamente le modalità operative.

Confronto: Posizione del Ministero e Posizione di Unioncamere e Assonime

Il Ministero, pur concedendo più tempo, ribadisce che:

  • Ogni amministratore deve comunicare una PEC personale ed esclusiva, diversa da quella della società.
  • In caso di mancata comunicazione, resta applicabile la sanzione amministrativa prevista dall’art. 2630 del Codice Civile, salvo regolarizzazione entro 30 giorni.

In contrapposizione con l’interpretazione di Unioncamere e Assonime che con lettera inviata al MIMIT il 2 aprile 2025 (citata dalla circolare Assonime n. 15/2025), sostiene che:

  • È sufficiente comunicare la PEC della società, non serve una casella personale.
  • Gli amministratori non devono comunicare nulla se non in caso di nuove nomine o conferme.
  • In caso di omissione, non si applicano sanzioni, ma solo la sospensione della pratica.

La proroga quindi, ad oggi, non ha ancora risolto il nodo centrale: l’incertezza dell’interpretazione della norma.

Persistente incertezza interpretativa

La proroga al 31 dicembre 2025 è dunque un tentativo del MIMIT di guadagnare tempo in attesa di un possibile intervento normativo chiarificatore. Nel frattempo, però, permane l’incertezza: da un lato le indicazioni ministeriali, dall’altro le posizioni di Unioncamere e Assonime, che invitano a una lettura più flessibile e meno onerosa per le imprese.

A cura di Elisa Ghelfi