Cosa si intende per impresa familiare?
L’impresa familiare è un istituto del diritto civile e tributario introdotto per la prima volta con la riforma del diritto di famiglia del 1975 i cui riferimenti normativi fondamentali sono l’articolo 230 bis del Codice civile e l’articolo 5 del TUIR.
Si tratta di un’ impresa individuale in cui i familiari dell’imprenditore collaborano nello svolgimento dell’attività aziendale e i cui requisiti sono:
- Natura continuativa dell’apporto lavorativo prestato dai soggetti coinvolti, purché non in forma di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, di partecipazione in società, di associazione in partecipazione, di impresa coniugale;
- Esistenza di un rapporto di coniugio, parentela o di affinità del singolo collaboratore con il titolare dell’impresa.
In merito al primo requisito ne deriva che l’apporto lavorativo deve essere continuativo e da tale rapporto scaturiscono dei diritti in capo ai familiari quali il diritto alla partecipazione agli utili dell’impresa familiare, il diritto alla partecipazione agli incrementi dell’azienda, il diritto di prelazione nell’ipotesi di cessione dell’azienda.
In merito al secondo requisito possono considerarsi familiari dell’imprenditore il coniuge, i parenti entro il terzo grado diretto o indiretto, gli affini entro il secondo grado.
Si precisa che con l’entrata in vigore della L.76/2016 le disposizioni in materia d’impresa familiare sono state estese anche alle unioni civili tra persone dello stesso sesso e sono state regolamentate anche le prestazioni di lavoro rese in favore del convivente “more uxorio”.
Impresa familiare dal punto di vista fiscale
Dal punto di vista fiscale, per godere dei benefici dati dalla costituzione dell’impresa familiare, deve essere redatto un atto pubblico o una scrittura privata autenticata prima dell’inizio del periodo d’imposta. Nell’atto devono essere indicati i nominativi dei familiari che lavorano nell’impresa e che prestano un’attività lavorativa a carattere continuativo e prevalente.
Il reddito dell’impresa familiare è ripartito tra titolare e collaboratori: al titolare spetta almeno il 51% del reddito dell’impresa, mentre ai collaboratori spetta la parte restante in proporzione al lavoro effettivamente prestato.
I costi per la costituzione dell’impresa familiare sono alquanto contenuti, e questo rappresenta un indubbio vantaggio assieme alla possibilità di dividere il reddito prodotto dall’impresa con i familiari, in proporzione all’attività che gli stessi effettivamente svolgono.
A cura di Emanuela Sorrentino