bonus natale 2024

Bonus Natale 2024

Il Bonus Natale è un’indennità di € 100,00 riconosciuta ai lavoratori subordinati che rispettano determinati requisiti di reddito e familiari. L’importo sarà erogato dal datore di lavoro in corrispondenza con la tredicesima mensilità o gratifica natalizia.

Beneficiari del bonus

Per accedere al Bonus Natale è necessario che vengano soddisfatti i seguenti 3 requisiti:

  • Avere un reddito complessivo annuo non superiore a € 28.000,00 calcolato per l’anno fiscale 2024.

E’ escluso solo il reddito dell’abitazione principale.

  • Presenza di almeno 1 figlio a carico, anche se nato fuori dal matrimonio, riconosciuto, adottivo, affiliato o affidato. Ne può avere diritto anche chi ha un figlio fiscalmente a carico e appartiene ad un nucleo monogenitoriale.

Secondo l’art. 12 del TUIR, un familiare è considerato a carico se il reddito complessivo non supera € 2.840,51 ovvero € 4.000,00 per figli di età fino a 24 anni, indipendentemente dalla fruizione dell’Assegno Unico e Universale.

  • Capienza fiscale: IRPEF lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente (con esclusione di pensioni e di assegni a esse equiparati), percepiti dal lavoratore, d’importo superiore a quello delle detrazioni spettanti.

 

L’indennità non è condizionata dalla presenza di un coniuge a carico.

Non può essere percepita da entrambi i membri di una coppia (coniugati o conviventi). In caso di requisiti soddisfatti da entrambi i lavoratori, il bonus spetta a uno solo degli aventi diritto.

Domanda del lavoratore

L’erogazione del bonus non è automatica: il riconoscimento è subordinato dalla presentazione di un’apposita richiesta scritta al proprio datore di lavoro – con esplicita indicazione del codice fiscale dei figli.

Per i lavoratori con più contratti part-time, l’indennità sarà corrisposta dal sostituto d’imposta indicato dal lavoratore stesso, a cui dovranno essere fornite tutte le informazioni necessarie per il calcolo del bonus.

L’indennità è rapportata al periodo di lavoro nell’anno d’imposta 2024, con riferimento al numero di giorni di detrazione fiscale che hanno determinato l’imposta durante l’anno fiscale.

Erogazione dell'indennità

Il Bonus Natale verrà essere corrisposto in busta paga con la tredicesima mensilità, oppure in sede di presentazione del modello 730/2025 relativo all’anno di imposta 2024 in caso di cessazione dell’attività lavorativa nel corso 2024, fermo restando il rispetto dei requisiti. Per coloro che percepiscono la tredicesima mensilità, il bonus verrà erogato unitamente al cedolino di dicembre 2024.

Il datore di lavoro anticipa l’importo spettante e lo porta in compensazione nel modello F24 utilizzando i codici tributo segnalati dall’Agenzia Delle Entrate.

Lo Studio è a disposizione per la necessaria assistenza in merito.

A cura di Paolo Mantovani


detrazioni interventi edilizi immobili

Novità: Detrazioni da interventi edilizi su immobili

Bonus ristrutturazione, Ecobonus e Superbonus rimangono anche per il 2025, ma con modifiche che limitano l’agevolazione e chi ne potrà usufruire.

Bonus ristrutturazione

La Manovra 2025, approvata dal Consiglio dei ministri e ora in discussione alle Camere, prevede una proroga alle stesse condizioni del 2024 del bonus ristrutturazioni: detrazione del 50% fino ad un tetto massimo di spesa di 96 mila euro da ripartire in dieci quote annuali, ma limitatamente alle prime case, mentre per le seconde case già dal 2025 la percentuale sarà del 36%, con una spesa massima ridotta a 48 mila euro fino al 2027. Successivamente la detrazione scenderà al 30%.

Il bonus ristrutturazioni si applica a una vasta gamma di interventi:

  • Manutenzione straordinaria, restauro, ristrutturazione;
  • Sostituzione di infissi e serramenti;
  • Interventi per la realizzazione di autorimesse o posti auto;
  • Interventi di risparmio energetico;
  • Installazione di sistemi di allarme, inferriate, serrature di sicurezza, porte blindate;
  • Installazione di ascensori, montacarichi e servoscala;
  • Rimozione delle barriere architettoniche;
  • Bonifica dell’amianto.

Eco bonus

Prorogato anche l’ecobonus ordinario per i lavori di riqualificazione energetica.

Cambiano le percentuali del bonus che, in base al tipo di intervento, fino al 2024 sono del 50% e del 65%. Nel 2025 invece le aliquote scenderanno al:

  • 50% per le abitazioni principali;
  • 36% per le seconde case.

Sisma bonus

Gli interventi per la messa in sicurezza dell’edificio dal rischio sismico prevedono detrazioni dal 70% all’85% fino al 2024; mentre nel 2025 subiranno un taglio delle percentuali di detrazione, venendo ricompresi all’interno del bonus ristrutturazioni.

Pertanto, le detrazioni scendono al:

  • 50% se i lavori sono effettuati sull’abitazione principale;
  • 36% se sono effettuati su seconde case.

Superbonus

Il superbonus, che ha permesso fino al 2023 una maxi detrazione del 110% per le spese volte al miglioramento dell’efficienza energetica dell’immobile, alla riduzione del rischio sismico e all’installazione di impianti fotovoltaici, era già stato ridotto al 70% da gennaio 2024. Nel 2025 subirà un’ulteriore riduzione al 65%, anche se è riservato solo a coloro che hanno avviato i cantieri entro il 15 ottobre 2024.

Bonus mobili

La Manovra 2025 proroga anche il bonus mobili, che consente di detrarre il 50% delle spese sostenute fino a un massimo di 5 mila euro per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati a case oggetto di ristrutturazione.

Abbattimento barriere architettoniche

Le spese per l’abbattimento delle barriere architettoniche relative all’installazione di ascensori, servoscala, rampe e piattaforme elevatrici manterranno una detrazione del 75% se sostenute entro il 31 dicembre 2025.
L’agevolazione viene riconosciuta in cinque quote annuali di pari importo.

I limiti di spesa vengono modulati in base alla composizione dell’edificio su cui sono eseguiti gli interventi.

Bonus giardini anche nel 2025?

Fino ad ora il beneficio non è stato prorogato dalla Legge di Bilancio 2025.

Ricordiamo che consiste nella detrazione Irpef del 36% fino a un massimo di 5 mila euro sui costi sostenuti per la sistemazione e la realizzazione di giardini e terrazzi, impianti di irrigazione, pozzi, l’acquisto di piante e costi per grandi potature.

Bonus mobili: confermata la detrazione del 50%

La Manovra 2025 proroga anche il bonus mobili, che consente di detrarre il 50% delle spese sostenute fino a un massimo di 5 mila euro per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati a case oggetto di ristrutturazione.

 

A cura di Franco Meletti

 


Adeguamenti catastali superbonus

Adeguamenti catastali Superbonus

Negli ultimi tempi si è parlato molto delle implicazioni fiscali delle ristrutturazioni legate al Superbonus, in particolare riguardo alle modifiche delle rendite catastali che probabilmente porteranno all’aggiornamento degli archivi catastali.

Quali sono le nuove disposizioni

Secondo le nuove disposizioni, i proprietari di immobili che hanno beneficiato del Superbonus 110% dovranno comunicare eventuali aumenti di valore al catasto. Saranno oggetto di verifica anche gli immobili “fantasma”, ossia non registrati, e quelli che hanno ricevuto interventi finanziati con fondi pubblici. 

L’obiettivo di questa misura è allineare il valore catastale degli immobili con gli incrementi derivanti dai lavori di ristrutturazione, comportando di conseguenza un adeguamento dell’IMU e di altre imposte locali. Tale aggiornamento avrà inevitabilmente un impatto sulle imposte per i proprietari. 

La riforma del catasto: una questione pendente da anni

La riforma del catasto è una questione pendente da anni e la sua attuazione comporta non poche sfide. Il sistema catastale attuale, infatti, risulta obsoleto e spesso causa disuguaglianze nella tassazione, in particolare tra immobili situati in zone centrali, che presentano rendite catastali inferiori rispetto a quelli in periferia. 

Il Ministero dell’Economia ha chiarito che l’adeguamento del valore catastale riguarderà esclusivamente gli immobili che hanno usufruito del Superbonus, escludendo quelli che hanno beneficiato di detrazioni ordinarie. In pratica, circa 500.000 edifici, pari al 4% del patrimonio edilizio nazionale, saranno coinvolti.

Inoltre, è importante sottolineare che l‘incremento dell’IMU riguarderà principalmente le seconde case, poiché la prima abitazione rimarrà esente (almeno per il momento).  Dopo aver effettuato un’attenta valutazione della situazione dei propri immobili interessati dal Superbonus 110% a cura di un geometra di fiducia,

lo Studio M&W sarà a disposizione per analizzare le implicazioni fiscali derivanti da queste modifiche.

 

A cura di Lorenzo Merli


Impresa familiare. Padre e figli. Impresa familiare requisiti

I requisiti cardine dell'impresa familiare

Cosa si intende per impresa familiare?

L’impresa familiare è un istituto del diritto civile e tributario introdotto per la prima volta con la riforma del diritto di famiglia del 1975 i cui riferimenti normativi fondamentali sono l’articolo 230 bis del Codice civile e l’articolo 5 del TUIR.

Si tratta di un’ impresa individuale in cui i familiari dell’imprenditore collaborano nello svolgimento dell’attività aziendale e i cui requisiti sono:

  • Natura continuativa dell’apporto lavorativo prestato dai soggetti coinvolti, purché non in forma di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, di partecipazione in società, di associazione in partecipazione, di impresa coniugale;
  • Esistenza di un rapporto di coniugio, parentela o di affinità del singolo collaboratore con il titolare dell’impresa.

In merito al primo requisito ne deriva che l’apporto lavorativo deve essere continuativo e da tale rapporto scaturiscono dei diritti in capo ai familiari quali il diritto alla partecipazione agli utili dell’impresa familiare, il diritto alla partecipazione agli incrementi dell’azienda, il diritto di prelazione nell’ipotesi di cessione dell’azienda.

In merito al secondo requisito possono considerarsi familiari dell’imprenditore il coniuge, i parenti entro il terzo grado diretto o indiretto, gli affini entro il secondo grado.

Si precisa che con l’entrata in vigore della L.76/2016 le disposizioni in materia d’impresa familiare sono state estese anche alle unioni civili tra persone dello stesso sesso e sono state regolamentate anche le prestazioni di lavoro rese in favore del conviventemore uxorio”.

Impresa familiare dal punto di vista fiscale

Dal punto di vista fiscale, per godere dei benefici dati dalla costituzione dell’impresa familiare, deve essere redatto un atto pubblico o una scrittura privata autenticata prima dell’inizio del periodo d’imposta. Nell’atto devono essere indicati i nominativi dei familiari che lavorano nell’impresa e che prestano un’attività lavorativa a carattere continuativo e prevalente.

Il reddito dell’impresa familiare è ripartito tra titolare e collaboratori: al titolare spetta almeno il 51% del reddito dell’impresa, mentre ai collaboratori spetta la parte restante in proporzione al lavoro effettivamente prestato.

I costi per la costituzione dell’impresa familiare sono alquanto contenuti, e questo rappresenta un indubbio vantaggio assieme alla possibilità di dividere il reddito prodotto dall’impresa con i familiari, in proporzione all’attività che gli stessi effettivamente svolgono.

 

A cura di Emanuela Sorrentino


Sanatoria. Concordato preventivo biennale. Calcolo tasse

Sanatoria 2018-2022 combo CPB 2024-2025

Con il cosiddetto “Decreto Omnibus” è stato approvato uno specifico emendamento orientato a consentire ai soggetti ISA l’abbinamento del Concordato Preventivo Biennale (CPB) 2024 – 2025 con la sanatoria delle annualità dal 2018 al 2022.

Con l’intento di aumentare l’appetibilità di adesione al CPB, è stato introdotto questo “regime di ravvedimento” che prevede, per gli esercizi dal 2018 al 2022, la graduale determinazione del maggior imponibile della relativa imposta richiesta per la definizione in base al punteggio ISA.

È tuttavia previsto un contestuale allungamento dei termini di decadenza dell’accertamento, anche nei confronti dei soggetti che non utilizzano la sanatoria:

per gli accertamenti in scadenza dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2026, viene prevista la proroga di un anno e quindi fino al 31 dicembre 2027.

Le caratteristiche della sanatoria in esame

Le caratteristiche della sanatoria in esame sono le seguenti:

  • È riservata in via esclusiva, solo a chi aderisce alla proposta di CPB 2024 – 2025;
  • Viene meno in caso di decadenza dal CPB;
  • Non spetta ai contribuenti forfetari (è riservato esclusivamente ai soggetti che hanno presentato il modello ISA – con alcune eccezioni per le cause di esclusione particolari);
  • Può essere effettuata anche per alcune annualità a scelta del contribuente (la stessa non deve quindi riguardare tutte le annualità dal 2018 al 2022);
  • Non richiede anche il versamento di interessi/sanzioni (previsti in caso di utilizzo del ravvedimento ordinario);
  • È volta a sanare eventuali redditi non dichiarati versando un’imposta sostitutiva su una base imponibile ridotta, in base al punteggio ISA.

Costo della sanatoria

Il costo della sanatoria è determinato sulla base delle imposte sostitutive calcolate con modalità differenziate a seconda del punteggio ISA ottenuto in ognuna delle annualità.

Il calcolo esatto viene fornito direttamente dall’Agenzia delle Entrate al contribuente su proprio Cassetto Fiscale, nella sezione “Comunicazioni”. Il soggetto interessato può quindi accedervi in autonomia con le proprie credenziali SPID, Fisconline o Smart Card.

Solo recentemente è stata introdotta la possibilità di sanatoria delle annualità interessate da cause di esclusione specifiche (collegate all’emergenza COVID o a una condizione di non normale svolgimento dell’attività) per tali casistiche il prospetto fornito dall’Agenzia delle Entrate non è aggiornato e pertanto il calcolo deve essere eseguito dal contribuente.

Entro quando versare le imposte

Ai fini del perfezionamento del condono sarà necessario versare le imposte dovute entro il 31 marzo 2025, con possibilità di rateizzare l’ammontare complessivo in un massimo di 24 mesi. In caso di pagamento rateale, l’opzione, per ciascun anno, si perfeziona con il pagamento di tutte le rate.

Con l’introduzione del condono si incentiva quindi ulteriormente l’adesione al CPB entro, all’ormai vicinissimo, 31 ottobre 2024. L’approssimarsi della scadenza rende tuttavia molto difficoltosa la valutazione della convenienza effettiva all’adesione o meno a CPB che, ad oggi, rimane condizione imprescindibile per accedere alla sanatoria.

 

A cura di Elisa Ghelfi


Cantieri edili. Gru. Patente a crediti

Patente a crediti: riepilogo

A far data dal 1º ottobre 2024, sono tenuti al possesso della patente a crediti le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili di cui all’art. 89, c. 1, lett. a) del D-Lgs. n. 81/2008, ad esclusione di coloro che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale.

Non sono tenute al possesso della patente le imprese in possesso dell’attestazione di qualificazione SOA, in classifica pari o superiore alla III, di cui all’articolo 100, comma 4, del codice dei contratti pubblici di cui al D.Lgs. n. 36/2023.

Requisiti per il rilascio della patente a punti

Ricordiamo che la patente è rilasciata, in formato digitale, dall’Ispettorato nazionale del lavoro subordinatamente al possesso di determinati requisiti:

  • a) Iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
  • b) Adempimento, da parte dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei prestatori di lavoro, degli obblighi formativi previsti dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81;
  • c) Possesso del documento unico di regolarità contributiva in corso di validità (DURC);
  • d) Possesso del documento di valutazione dei rischi, nei casi previsti dalla normativa vigente (DVR);
  • e) Possesso della certificazione di regolarità fiscale, di cui all’art. 17-bis, commi 5 e 6, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, nei casi previsti dalla normativa vigente (DURF);
  • f) Avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nei casi previsti dalla normativa vigente (RSPP).

Il possesso dei requisiti di cui alle lettere a), c) ed e) è attestato mediante autocertificazione, mentre il possesso dei requisiti di cui alle lettere b), d) e f) è attestato mediante dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. n. 445/2000 (art. 1, D.M. n. 132/2024).

Non tutti i citati requisiti sono evidentemente richiesti a tutte le categorie di soggetti interessati, tant’è che il legislatore inserisce, alle lett. d), e) e f), la precisazione

“nei casi previsti dalla normativa vigente”.

A titolo esemplificativo il DVR non è infatti richiesto ai lavoratori autonomi e alle imprese prive di lavoratori (v. infra). Con particolare riferimento alla regolarità contributiva e fiscale, di cui alle lettere c) ed e), la dichiarazione attiene alla circostanza di essere in regola con gli adempimenti richiesti dalla relativa disciplina normativa vigente ai fini del rilascio della relativa certificazione.

Richiesta per il rilascio della patente a crediti

Il portale per effettuare la richiesta di rilascio della patente a crediti è attivo dal 1° ottobre 2024.

L’INL sollecita gli operatori a formulare per tempo l’istanza online di richiesta della Patente a crediti, ricordando che

coloro i quali abbiano inviato esclusivamente l’autocertificazione e non abbiano fatto istanza sul Portale non potranno operare nei cantieri temporanei e mobili a decorrere dal 1° novembre 2024 (INL nota n. 376/2024).

Possono presentare la domanda di rilascio della patente il legale rappresentante dell’impresa e il lavoratore autonomo, anche per il tramite di un soggetto munito di apposita delega in forma scritta, informando, entro 5 giorni dal deposito della domanda, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale.

Autocertificazione/dichiarazione sostitutiva

In fase di prima applicazione dell’obbligo del possesso della patente e sin dal momento della pubblicazione della circolare INL n. 4/2024 è comunque possibile presentare, utilizzando il modello allegato alla stessa, una autocertificazione/dichiarazione sostitutiva tramite PEC, all’indirizzo

dichiarazionepatente@pec.ispettorato.gov.it

concernente il possesso dei requisiti richiesti dall’art. 27, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, laddove richiesti dalla normativa vigente.

La trasmissione dell’autocertificazione/dichiarazione sostitutiva inviata mediante PEC ha efficacia fino alla data del 31 ottobre 2024 e vincola l’operatore a presentare la domanda per il rilascio della patente mediante il portale dell’Ispettorato nazionale del lavoro entro la medesima data.

A decorrere dal 1° novembre 2024 non sarà possibile operare in cantiere in forza della trasmissione della autocertificazione/dichiarazione sostitutiva a mezzo PEC, essendo indispensabile aver effettuato la richiesta di rilascio della patente tramite il portale (INL circ. n. 4/2024).

Crediti e revoca della patente

La patente è dotata di un punteggio iniziale di trenta crediti che possono essere incrementati fino alla soglia massima di cento crediti secondo i criteri indicati dall’art. 5 del D.M. 132 del 18 settembre 2024.

La patente è revocata in caso di dichiarazione non veritiera sulla sussistenza di uno o più requisiti, accertata in sede di controllo successivo al rilascio. Decorsi 12 mesi dalla revoca, l’impresa o il lavoratore autonomo può richiedere il rilascio di una nuova patente.

Fatto salvo quanto previsto dal comma 2 dell’art. 27 D. Lgs. n. 81/2008, in mancanza della patente o del documento equivalente, alle imprese e ai lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili di cui all’articolo 89, comma 1, lettera a), si applicano una sanzione amministrativa pari al 10% del valore dei lavori e, comunque, non inferiore a € 6.000, non soggetta alla procedura di diffida di cui all’articolo 301-bis del D. Lgs. n. 81/2008, nonché l’esclusione dalla partecipazione ai lavori pubblici di cui al codice dei contratti pubblici, di cui al D. Lgs. 31 marzo 2023, n. 36, per un periodo di 6 mesi. Le stesse sanzioni si applicano alle imprese e ai lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili di cui al citato articolo 89, comma 1, lettera a), con una patente con punteggio inferiore a 15 crediti.

 

A cura di Francesca Zuccarà


Concordato preventivo biennale. Calcoli con la calcolatrice.

Notizie sul Concordato Preventivo Biennale

Il Concordato Preventivo Biennale (che chiameremo anche CPB) rappresenta un patto tra il contribuente e Agenzia delle Entrate riguardo i rapporti di natura fiscale applicati sui modelli dichiarativi.

Nell’articolo di oggi, proviamo a sciogliere alcuni dubbi in merito a questo patto.

Quali vantaggi ed effetti vengono riconosciuti dall' adesione al Concordato Preventivo Biennale?

Stabilità e certezza che assumeranno le annualità oggetto di Concordato.

Non possono essere effettuati gli accertamenti di cui all’art. 39 del DPR 29/09/1973 n. 600 salvo che in esito all’attività istruttoria dell’amministrazione finanziaria non ricorrano cause di decadenza dal CPB.

Ai soggetti ISA gli saranno riconosciuti tutti i benefici premiali di tale strumento, (vengono citati i più significativi):

  1. Esonero dal visto di conformità per la compensazione di crediti per un importo non superiore a 70.000 euro annui relativamente all’imposta sul valore aggiunto e per un importo non superiore a 50.000 euro annui relativamente alle imposte dirette (IRES e IRPEF) e all’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP);
  2. L’esclusione degli accertamenti basati sulle presunzioni semplici di cui all’art. 39, primo comma lettera d) secondo periodo, del DPR 29/09/1973 n. 600 e all’art. 54, secondo comma, secondo periodo del DPR 26/10/1972 n. 633.
  3. L’esclusione della determinazione sintetica del reddito complessivo di cui all’art. 38 del DPR 29/09/1973 n. 600, a condizione che il reddito complessivo accertabile non ecceda di due terzi il reddito dichiarato.

A chi è rivolto il Concordato Preventivo Biennale?

La platea di contribuenti è rappresentata in linea generale da coloro che sono tenuti all’applicazione degli indici sintetici di affidabilità (ISA), un tempo erano nominati studi di settore, oltre che da coloro che hanno aderito al Regime Forfettario.

Quali sono le condizioni per poter accedere

Come indicato in premessa è consentito l’accesso al CPB ai contribuenti tenuti all’applicazione degli ISA o che applicano il regime dei forfettari per i quali non si verificano le condizioni ostative previste dal decreto CPB che sono:

  • Presenza, di debiti maturati in anni precedenti riferiti a tributi amministrati dall’Agenzia delle entrate o a debiti contributivi. La norma chiarisce in proposito che deve trattarsi di debiti definitivamente accertati con sentenza irrevocabile o con atti impositivi non più soggetti a impugnazione. Possono comunque accedere al CPB i contribuenti che, entro i termini previsti per aderire allo stesso, abbiano estinto i predetti debiti in misura tale che l’ammontare complessivo del residuo dovuto, compresi interessi e sanzioni, risulti inferiore alla soglia di 5.000 euro. Non concorrono, altresì, alla determinazione della predetta soglia, i debiti oggetto di provvedimenti di sospensione o di rateazione, purché non ricorrano cause di decadenza dei relativi benefici (condizione prevista per contribuenti ISA e forfettari);

 

  • Non aver presentato la dichiarazione dei redditi in relazione ad almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti a quelli di applicazione del concordato, in presenza dell’obbligo a effettuare tale adempimento (condizione prevista per contribuenti ISA e forfettari);

 

  • Aver ricevuto una condanna per uno dei reati previsti dal decreto legislativo 10 marzo2000, n. 74, dall’articolo 2621 del codice civile, nonché dagli articoli 648-bis, 648-ter e 648-ter 1 del codice penale, commessi negli ultimi tre periodi d’imposta antecedenti a quelli di applicazione del concordato (condizione prevista per contribuenti ISA e forfettari).

I contribuenti ISA

Per quanto riguarda i soggetti ISA i redditi oggetto di concordato riguardano:

1. Il reddito di lavoro autonomo derivante dall’esercizio di arti e professioni,  senza considerare

  1. Plusvalenze e minusvalenze;
  2. Redditi o quote di redditi relativi a partecipazioni in società di persone e associazioni
  3. Ai corrispettivi percepiti a seguito di cessione della clientela o di elementi immateriali, riferibili all’attività artistica o professionale.

2. Il reddito d’impresa, di cui all’articolo 56 del TUIR e, per quanto riguarda i contribuenti soggetti ad IRES, alle disposizioni di cui alla Sezione I del Capo II del Titolo II del TUIR, ovvero, per le imprese minori, all’articolo 66 del TUIR, senza considerare i valori relativi a:

  1. Plusvalenze e sopravvenienze attive;
  2. Minusvalenze, sopravvenienze passive e perdite su crediti;
  3. Gli utili o le perdite derivanti da partecipazioni.

Esempio pratico

Al fine di rendere più esplicito il meccanismo di individuazione della base imponibile da assoggettare a imposta sostitutiva si consideri l’esempio riportato nel documento scaricabile qui sotto.

È importante ricordare che per i soggetti ISA l’adesione avviene per il biennio 2024-2025.

Clicca sull’icona per scaricare il documento con l’esempio

Mancata adesione al Concordato Preventivo Biennale

L’ufficio M&W rimane a disposizione per richiesta di appuntamento, al fine di comprendere maggiormente l’esatta espressione tecnica e le sue sfumature, con osservazioni e calcoli personalizzati sulla propria posizione. A tal proposito, poiché il meccanismo è particolarmente macchinoso, in caso di necessità invitiamo a contattarci per tempo.

Purtroppo, come indicato nella circolare 18/E del 17 settembre 2024 a pagina 53, non vi sono mezzi termini e senza indugi viene affermato che la mancata adesione al Concordato Preventivo Biennale può esporre il contribuente ad un controllo tributario, intensificando le attività di controllo nei confronti dei contribuenti che non aderiranno alla proposta del CPB, confermando l’inevitabile attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.

 

A cura di Mariano Govoni


MaPA. Ricerca sul web. Barra di ricerca.

MePA: la pubblica amministrazione un’opportunità di lavoro

Il MePA è una piattaforma utilizzata dalla pubblica amministrazione per gli acquisti di beni e servizi e può consentire anche a ditte individuali e società di piccole dimensioni di cogliere interessanti opportunità di lavoro intrecciando rapporti con le pubbliche amministrazioni.

Come funziona il MePA

Quando le pubbliche amministrazioni devono acquistare beni e servizi entro certe soglie di importo, previste dalle norme comunitarie e definite all’art. 35 del Codice dei contratti, hanno a disposizione un apposito portale “Acquisti in retemesso a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

All’interno di questa piattaforma è possibile utilizzare diversi strumenti, tra cui il Mercato Elettronico (MePA) ovvero il mercato digitale per gli acquisti sotto soglia comunitaria di beni, servizi e lavori di manutenzione.
Quando un’amministrazione ha bisogno di effettuare un acquisto, può consultare l‘elenco dei fornitori iscritti al Mercato elettronico, i loro cataloghi e le tariffe dei vari prodotti e servizi che offrono.

Se trova l’offerta più adatta alle sue esigenze, l’amministrazione può acquistare il bene o il servizio direttamente dalla piattaforma, emettendo un «ordine d’acquisto» oppure può inviare una «richiesta di offerta», chiedendo alle aziende iscritte un preventivo per poi scegliere quello che ritiene più opportuno o conveniente.

Come fare per iscriversi al MePA?

Per poter accedere e partecipare a queste opportunità l’impresa dovrà iscriversi alla piattaforma specificando il tipo di prodotti o servizi che intende offrire agli enti pubblici, scegliendo all’interno di una rosa di categorie già predefinite.
Possono essere scelte anche più categorie di prodotti/servizi, ed è importante specificare quelle di proprio interesse così da ricevere solo una selezione mirata delle richieste che arrivano sul portale.

L’iscrizione al MePA è oggettivamente un po’ complessa per la sequenza di adempimenti richiesti, ma una volta completata permette alla ditta di consultare le richieste di beni e servizi da parte di una miriade di enti pubblici, con la possibilità di cogliere opportunità di lavoro che possono essere anche molto appetibili.

Lo Studio è a disposizione per assistere alle fasi di iscrizione.

 

A cura di Franco Meletti


Riaddebito. Calcolo Iva

Riaddebito spese tra professionisti e imprese

Per la necessità di svolgere in forma autonoma la propria attività, spesso più professionisti o imprese condividono gli stessi spazi o le stesse risorse, come scrivanie, utenze e dispositivi elettronici. In questo modo, perseguono anche l’obiettivo di ottimizzare i costi.

Ma come trattare correttamente, in tale contesto, il problema della gestione dei costi sia ai fini delle imposte dirette che ai fini Iva nel riaddebito delle spese comuni?

Il contratto di locazione

Analizziamo l’interrogativo con riferimento a una delle spese più condivise, ovvero il contratto di locazione, che può essere cointestato a tutti i professionisti o ad uno solo che ri-addebita le spese agli altri:

  • Nel primo caso, il locatore rilascia una distinta ricevuta per singolo conduttore indicando pro quota l’importo del canone di competenza;
  • Nel secondo caso, parliamo di “mandato senza rappresentanza” in quanto gli effetti delle operazioni compiute dal mandatario (locatario) non sono acquisiti direttamente nella sfera giuridica dei mandanti (altri professionisti). In questo caso, per il riaddebito delle spese verrà emessa un’unica ricevuta al locatario che procederà con l’emissione di apposita fattura agli altri professionisti.

Il riaddebito

Focalizzandoci sull’operazione di riaddebito. L’Amministrazione finanziaria interpreta quest’ultima come un servizio reso senza rappresentanza al mandante (locatore) avente la stessa tipologia di quello ricevuto e le stesse caratteristiche dell’operazione principale (aliquota ed esenzioni).
Ai fini delle imposte sui redditi, il riaddebito non deve essere considerato un ricavo, bensì uno storno del costo sostenuto dal professionista (si sottrae al costo di affitto il riaddebito effettuato agli altri professionisti).

Ai fini Iva invece il riaddebito delle spese comuni fra professionisti non associati dovrebbe essere assoggettato ad Iva indipendentemente dalla tipologia di spesa riaddebitata. Tale orientamento però comporterebbe l’applicazione dell’imposta anche sui corrispettivi relativi ad operazioni escluse dal campo di applicazione dell’Iva. Sembra allora preferibile aderire alla diversa soluzione proposta dall’Agenzia, secondo cui l’emissione delle fatture di riaddebito dovrebbe essere esente da Iva sulla scorta del regime di esenzione Iva del contratto di locazione applicato a monte.

 

A cura di Emanuela Sorrentino


Rating Esg. Sostenibilità

Sostenibilità e reporting ESG: un imperativo per le aziende moderne

Negli ultimi anni, la sostenibilità è emersa come un tema centrale nel panorama aziendale globale. Le crescenti preoccupazioni riguardo ai cambiamenti climatici, all’inquinamento e alle disuguaglianze sociali hanno spinto le aziende a rivedere le proprie pratiche operative. In questo contesto, il reporting ESG (Environmental, Social, Governance) si è affermato come uno strumento cruciale per misurare e comunicare l’impatto sostenibile delle attività aziendali.

Cos'è il reporting ESG?

Il reporting ESG si riferisce alla divulgazione di informazioni sulle performance ambientali, sociali e di governance di un’azienda. Questi report non solo forniscono trasparenza agli stakeholder, ma fungono anche da guida per le aziende nel migliorare le proprie pratiche. Le metriche ESG possono includere il consumo di energia, le emissioni di CO2, le politiche di diversità e inclusione, la gestione della catena di approvvigionamento e la governance aziendale. 

Perché è importante?

  1. Reputazione e fiducia: Le aziende che adottano pratiche sostenibili e comunicano in modo trasparente il loro impegno ESG possono migliorare la loro reputazione. Questo porta a una maggiore fiducia da parte dei consumatori, degli investitori e delle comunità;
  2. Accesso al Capitale: Gli investitori stanno diventando sempre più interessati agli investimenti sostenibili. I fondi ESG stanno guadagnando terreno, e molte istituzioni finanziarie richiedono report ESG dettagliati per prendere decisioni informate; 
  3. Regolamentazioni in evoluzione: Con l’aumento delle normative riguardanti la sostenibilità, le aziende devono essere pronte a conformarsi a requisiti di reporting sempre più rigorosi. La direttiva europea sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) è un esempio di come le aziende sono obbligate a fornire informazioni ESG dettagliate;
  4. Gestione dei rischi: Il reporting ESG aiuta le aziende a identificare e gestire i rischi associati a pratiche non sostenibili. Un’analisi approfondita delle metriche ESG può rivelare vulnerabilità che, se trascurate, possono portare a problemi finanziari o reputazionali. 

Implementazione del reporting ESG

Per implementare un efficace sistema di reporting ESG, le aziende possono seguire alcuni passi fondamentali: 

  1. Definire obiettivi chiari: Stabilire obiettivi di sostenibilità specifici e misurabili è cruciale. Questi obiettivi dovrebbero allinearsi con la missione aziendale e le aspettative degli stakeholder;
  2. Raccolta dati: È fondamentale avere un sistema robusto per raccogliere e analizzare dati ESG. Ciò può includere l’uso di software dedicati e la formazione del personale;
  3. Coinvolgimento degli stakeholder: Le aziende dovrebbero coinvolgere gli stakeholder nel processo di reporting, raccogliendo feedback e suggerimenti per migliorare continuamente le proprie pratiche;
  4. Comunicazione e trasparenza: I report ESG devono essere redatti in modo chiaro e accessibile, e dovrebbero essere pubblicati regolarmente per mantenere aggiornati gli stakeholder;
  5. Monitoraggio e revisione: Infine, le aziende devono monitorare e riesaminare costantemente le proprie pratiche ESG, apportando le necessarie modifiche in base all’evoluzione del contesto normativo e delle aspettative sociali. 

Reporting ESG: un elemento essenziale

Il reporting ESG non è solo un obbligo normativo o una moda passeggera; è diventato un elemento essenziale per la sostenibilità e la competitività delle aziende nel mondo moderno. Adottare pratiche di reporting ESG efficaci può non solo migliorare l’immagine aziendale, ma anche contribuire a un futuro più sostenibile per tutti. Le aziende che riconoscono questo imperativo e investono nel reporting ESG saranno meglio posizionate per affrontare le sfide di un mercato in continua evoluzione e per attrarre investimenti sempre più orientati alla sostenibilità. 

 

A cura di Lorenzo Merli